Il Novellino: un classico della letteratura italiana tutto da riscoprire

Anonima, composta tra il 1281 e il 1300 circa, questa raccolta di novelle (ultima ristampa BUR Rizzoli, 2014) includeva alcuni pettegolezzi sui personaggi condannati all’Inferno nella Divina Commedia e per questo era divenuta molto famosa all’epoca di Dante, ma poi era caduta nell’oblio.

Nel 1523 Pietro Bembo se ne procurò una copia manoscritta e incaricò il suo segretario Carlo Gualteruzzi di curarne la pubblicazione. Il libro uscì col titolo Le cento novelle antiche. Nel 1572 monsignor Vincenzo Borghini, curatore di una nuova edizione ricorretta, cioè espurgata da ogni accenno di anticlericalismo e da ogni sospetto di licenziosità, lo cambiava in Libro di novelle et di bel parlar gentile.

Soltanto in un’edizione milanese del 1836 compare per la prima volta il titolo Novellino. Con tale denominazione, tuttavia, la raccolta era già stata designata da Giovanni della Casa in una lettera indirizzata nel 1525 proprio a Carlo Gualteruzzi, il segretario di Bembo.

A lungo si è disputato sull’identità dell’autore del Novellino, ravvisato, di volta in volta, in Brunetto Latini, Dino Compagni, Andrea Lancia, Dante da Maiano. Inutile dire che, nel silenzio dei documenti, tutte queste sono rimaste ipotesi non verificabili. Considerata la varietà della raccolta, non si è escluso neppure che vi abbia posto mano più di un compilatore.

La materia del Novellino può essere sinteticamente riassunta con le parole stesse del Prologo: vi si tratta di “alquanti fiori di parlare, di belle cortesie e di belli amori, secondo che, per lo tempo passato, hanno fatto già molti” desunti dal mondo antico e da quello contemporaneo, ovvero dalla mitologia greco-romana, dal ciclo brettone e dalla tradizione biblica”.

Le cento novelle che compongono l’opera raccontano episodi rapidi e divertenti (frasi argute, trovate ingegnose, beffe), e hanno come protagonisti personaggi della più varia origine: eroi del mito o della storia antica, cavalieri delle saghe medievali, re biblici, uomini di tutti i giorni. Sfilano tra gli altri Alessandro Magno, Ercole, Narciso, Lancillotto, Artù, Davide, Salomone, l’imperatore Federico II (al centro di parecchie novelle).

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