I sogni, i morti, il genius

Se i sogni sono influenzati principalmente dal corpo eterico essi di solito riflettono le esperienze compiute nei tre giorni precedenti: pensieri, sentimenti, azioni dell’immediato passato appaiono come su uno specchio deformante.

I sogni che provengono dal mondo astrale hanno un significato più elevato: essi non sono semplici rielaborazioni dell’inconscio ma portano un messaggio per il presente, un avvertimento per il futuro.

Dal sogno e da quella fase di estrema ricettività che è rappresentata dal risveglio possono venire allora rivelazioni di nuove dottrine filosofiche e scientifiche, l’ispirazione per opere poetiche e composizioni musicali, i rimedi per le guarigioni.

Nel mondo astrale le passioni umane si incarnano in forme simboliche con colori intensi: per cui nel sonno ciò che è interiore (le passioni, gli impulsi profondi) si squaderna in uno spazio che ci circonda e si incarna in figure di esseri soavi o di animali o di mostri. Una passione che ci attanaglia può manifestarsi nel sogno come la figura di un cane che si avventa contro di noi.

Ma nei sogni più ispirati l’uomo entra in contatto con i morti e con le gerarchie superiori, a partire dal proprio Genius.

Col passare del tempo si può sviluppare una pratica legata al sonno: la sera prima di addormentarsi porre chiaramente una domanda riguardante ciò che è giusto compiere, ciò che è opportuno fare in relazione alla propria vita; il giorno dopo in quel momento fortemente intuitivo che si lega al dormiveglia può sorgere dalla propria interiorità una risposta. È importante che la domanda sia formulata in maniera aperta, senza porre alternative rigide che quasi suggeriscano in base ai propri desideri una risposta. È importante anche che la domanda non sia posta a partire da interessi grossolani e da avidità. Nel corso della notte, anzi col passare di più notti certi dubbi esistenziali possono sciogliersi e lentamente può maturare una più precisa coscienza di ciò che è giusto e opportuno fare.

Se è vero che l’addormentarsi corrisponde a un morire, non stupirà sapere che il momento dell’addormentarsi e quello del risveglio favoriscono una vicinanza spirituale degli uomini con i loro cari defunti. Ad essi stessi in persona si possono rivolgere le domande nel modo che è stato indicato prima.

Ogni notte, nel sonno più profondo, l’uomo incontra anche il proprio  Genius che gli rivela il contenuto del giorno successivo. E’ importante farsi una immagine del proprio Genius (raffigurarselo in forma precisa, vivace, una forma che scaturisce dalla propria interiorità), in modo da stimolare la coscienza a ricordare il senso dell’incontro che avviene nel cuore della notte.

Per la persona che lavora con rigore alla propria formazione il sonno è un alleato prezioso per perfezionare i propri sforzi: se nel corso del giorno si ottenuto “1” nello sviluppo delle proprie conoscenze o facoltà d’azione, il risveglio del giorno dopo porterà un “1+X” maturato nella notte.

L’Io nella concentrazione, nella meditazione si innalza al di sopra del corpo astrale, in una sfera di pace e di silenzio in cui non arrivano le onde delle emozioni, dei sentimenti (i colori e i suoni dell’astrale).

Attraverso la disciplina spirituale l’Io dà una forma nuova e più bella al Corpo Astrale, lo purifica e lo rende più nobile.

Nella notte il corpo astrale distaccandosi dal fisico e dall’eterico porta nei mondi spirituali le conquiste e gli sforzi realizzati con la disciplina spirituale. Questi sforzi anche quando sono ancora insufficienti vengono premiati dal mondo spirituale e fruttificano.

Al risveglio qualcosa di nuovo si imprime nel corpo fisico-eterico: una qualità nuova, una nuova forza.

Più in generale, tutto ciò che facciamo, tutto ciò che impariamo viene passato nella notte al vaglio. Ogni sforzo di conoscenza viene premiato e ampliato, ma ogni azione o pensiero non nobile lascia la propria cicatrice sull’anima e sull’organismo sottile.

Il periodo del sonno corrisponde così al periodo tra due vite: quando la vita precedente genera il Karma, il fato della vita futura.

Alcune persone compiono nel corso della loro esistenza una esperienza strana: essi escono con il corpo astrale e la coscienza lucida di veglia dal corpo, lo osservano dall’alto, possono anche allontanarsi dal proprio corpo fisico[1]. Questa esperienza è l’ultimo residuo di antiche capacità del corpo astrale di separarsi dal fisico per attingere conoscenze, energie, forze di guarigione. Ma lo stesso distacco avviene in tutti gli uomini la notte con l’addormentarsi: allora effettivamente il corpo astrale e l’Io lasciano il corpo fisico-eterico e volano verso mondi superiori, ma la coscienza non li segue. Può accadere tuttavia – per effetto di una intensa concentrazione, per effetto di un potere conferito da un maestro o per altre ragioni dettate dal karma – che nel corso della notte ci si svegli nel sogno: non è solo il cosiddetto sogno lucido, nel corso del quale si è consapevoli di vivere nella trama del sogno. È qualcosa di ancora più chiaro e cosciente: la coscienza individuale destandosi nel cuore della notte (o, più frequentemente, nel primo mattina) percepisce le forme e i colori dei chakra, principalmente del chakra posto al centro della fronte. Ha un’unica intensa percezione che gli rivela appunto l’arcano splendore di questo organo spirituale.

Prima di addormentarsi ci si può concentrare brevemente sul terzo occhio che si nasconde dietro la fronte. Questo terzo occhio che si schiude quando intorno a noi è tenebra ha il potere di rendere i nostri sogni più significativi, rispondenti a sostanza reale.


[1] Gli americani definiscono questa esperienza con la sigla O.O.B.E., Out of body Experiences.

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