I re del paese di Accad (2334-2154 circa a.C.)

Testa di Sargon I di Accadia, conservata nel Museo Nazionale in Iraq.

Fin dai tempi più antichi, la Mesopotamia è abitata da popolazioni diverse per etnia e lingua come i Sumeri e gli Accadi. I Sumeri, gli inventori della scrittura, probabilmente giungono nella terra «tra i due fiumi» da Oriente, ma la loro origine è ancora oggi sconosciuta. Essi si stabiliscono nella parte meridionale della Mesopotamia, creano delle entità simili alle città-Stato che insieme formano il Paese di Sumer.

Gli Accadi sono delle tribù nomadi semitiche che s’insediano pacificamente in Mesopotamia attraverso una lenta e continua emigrazione dal deserto siro-arabico. Essi si sistemano accanto alle città-Stato sumeriche e ne assimilano la cultura. I nomadi parlano l’accadico, una lingua semitica differente dall’agglutinante sumerico[1]. Il Paese di Accad (mat akkadim) è situato a nord di quello di Sumer (Mesopotamia centrale) e prende il nome dall’omonima capitale[2].

Gli Accadi – gli adepti del dio Sin, il dio della luna che ha il potere di mettere tutto il mondo nelle mani dei re – compaiono sulla scena politica vicino-orientale attorno al 2340 a.C. con il re Sargon che interrompe l’ascesa del sovrano sumero Lugalzagesi, il fondatore della III Dinastia di Uruk (2340-2316 circa a.C.)[3]. Lugalzagesi riveste la carica di ensi nella città di Umma e riesce a impossessarsi di molte città-Stato sumere, tra le quali Uruk. Egli può vantarsi del titolo di ‘re di tutte le terre, re di Uruk, re del paese’ perché conquista ben cinquanta città della Mesopotamia del Sud raggruppandole sotto un’unica forma di governo centralizzato e determinando la fine della loro indipendenza[4]: Lugalzagesi diventa così l’uomo più potente della bassa Mesopotamia.

Suo contemporaneo è Sargon (2334-2279 a.C.) – in accadico sharru-kin che significa il ‘re legittimo’ – l’artefice della prima dinastia semitica in Mesopotamia durata fino al 2154 circa a.C.. Sargon rimane al potere per circa cinquantacinque anni e per la quantità delle sue conquiste gli viene attribuito il meritato appellativo de ‘il Grande’. Le sue origini sono ancora oscure e probabilmente è per questo che attorno alla sua figura sono fioriti parecchi racconti tradizionali arricchiti o alterati dalla fantasia popolare. Il testo leggendario che segue, ad esempio, parla della nascita e della vita di Sargon[5]:

1.

Io sono Sargon, re potente, re di Accad.

2.

Mia madre era una (sacerdotessa) – enitum; mio padre non (l’)ho conosciuto.

3.

Il fratello di mio padre abitava nei monti.

4.

La mia città era Azupiranu, posta sulle rive dell’Eufrate.

5.

Mia madre, una enitum, mi concepì (e) mi partorì di nascosto.

6.

Mi pose in un cesto di giunchi (e) me ne sigillò con bitume l’apertura.

7.

(Poi) mi abbandonò a un corso d’acqua che non avesse a sopraffar(mi).

8.

Il fiume mi prese (e) mi trasportò in presenza dell’acquaiolo Aqqi.

9.

L’acquaiolo Aqqi mi tirò su mentre attingeva col secchio.

10.

L’acquaiolo Aqqi mi allevò come figlio suo.

11.

L’acquaiolo Aqqi mi ingaggiò come suo giardiniere.

12.

Mentre facevo il giardiniere, Ishtar mi concesse il suo amore e

13.

[Per X +] 4 anni io esercitai il potere regale.

14.

Gli [uo]mini, le teste nere, signoreggiai (e) gover[nai].

15.

[Montagn]e imponenti con asce di bronzo atter[rai].

16.

Scalai i monti (più) alt[i],

17.

Attraversai i monti (più) bas[si].

18.

[Ai paes]i del mare girai intorno tre volte.

19.

Dilmun conqui[stò la mia mano]?

20.

[All]a grande (città di) Der [salii] (e) ……………..

21.

[Ka]zallu? annientai e …………………………….

22.

[Og]ni re che salga (al potere) dopo di me,

23.

……………………………………………………..

24.

Gli [uo]mini, le teste nere, possa sign[oreggiare (e) governare]!

25.

[Mon]tagne imponenti con as[ce di bronzo possa atterrare]!

26.

[Possa sc]alare i monti (più) alti.

27.

[Possa attraversare i monti (più) bassi]!

28.

[Ai pae]si? Del mare possa girare intorno tre volte!

29.

[Dilmun possa conquistare la sua mano]!

30.

[Alla] grande (città di) Der possa salire e [possa ………]

31.

[ …… ] dalla mia città di Acc[ad ………………………]

32.

[ ……………. ] …… stel[le? …………………………..]

Benché le ragioni per cui Sargon dà inizio alla sua scalata politica distruggendo la città di Uruk non siano ancora chiare, l’entrata in scena del re semita ha posto la parola fine all’età protodinastica in Mesopotamia, conosciuta anche con il nome di ‘periodo presargonico’[6]. Questo re è molto ambizioso e il suo principale obiettivo è quello di possedere un regno molto, molto grande. Per poter raggiungere questo risultato, Sargon attua un piano di allargamento del territorio in tre fasi differenti:

1. Il re accadico cattura Lugalzagesi e fa “ … sfilare il «re di tutta la terra» «in ceppi fino alla dimora di Enlil a Nippur»[7]. Forte di un esercito ben addestrato e ben equipaggiato, egli “ … si vanta di aver vinto 34 battaglie e sottomesso 50 ensi, fino a «lavare» nel mare inferiore le sue armi grondanti di sangue e oramai da rifoderare.”[8]. Ecco il passaggio che narra la conquista delle città sumeriche da parte del sovrano accadico:

«Sargon, re di Akkad, sovraintendente di Ishtar, re di Kish, sacerdote consacrato di Anu, re della regione, grande vicario di Enlil, soggiogò Uruk e ne distrusse le mura; nella battaglia con gli abitanti di Uruk fu vittorioso; Lugalzaggisi, re di Uruk, catturò in battaglia; lo pose in ceppi dinnanzi alla porta di Enlil. Sargon, re di Akkad, nella battaglia con gli abitanti di Ur fu vittorioso; ne soggiogò la città e ne distrusse le mura. Soggiogò E-Ninmar, ne distrusse le mura, ne conquistò il territorio da Lagash fino al mare; nel mare lavò le sue armi. Nella battaglia con gli abitanti di Umma fu vittorioso; ne soggiogò la città e ne distrusse le mura. A Sargon, re della regione, Enlil non diede alcun oppositore; la regione del mare superiore al mare inferiore Enlil gli concesse»[9].

Dopo aver conquistato la Mesopotamia del Sud e aver sciacquato le armi nelle acque del Golfo Persico, Sargon si spinge più in là e invade alcuni distretti del Khabur, un’area a nord-ovest dell’Eufrate, raggiungendo infine l’Anatolia (Asia Minore).

2. Questa seconda fase è soprattutto di “… assestamento ed organizzazione piuttosto commerciale che non militare su lunghe distanze. Oltre la foce dell’Eufrate, nel mare inferiore, i paesi di Dilmun (Bahrein), Magan (Oman) e Melukhkha (valle dell’Indo) fanno affluire le loro navi e i loro prodotti fino alle banchine del porto fluviale di Akkad.”[10]. I traffici commerciali di Sargon si diramano anche in direzione nord (Mari, Yarmuta, Ebla), ma nel risalire il corso dell’Eufrate il re è costretto a fermarsi nella città di Tuttul.

3. Infine, il sovrano accadico “ … getta i presupposti per l’azione dei suoi successori: c’è uno scontro vittorioso con l’Elam e con Barakhshi, che però restano indipendenti.”[11].

Quello di Sargon rappresenta senza dubbio il primo tentativo da parte di un re mesopotamico di creare un ‘impero’ su vasta scala. D’ora in avanti tutti i paesi conquistati devono sottostare ad un controllo politico unico con sede nella nuova capitale Accad, fatta costruire ex-novo dal re nelle vicinanze della città di Kish (moderna Tell el-Ohemir)[12]. Alla morte del re, le città-Stato del Sud cercano di riconquistare la libertà e questa è una delle questioni più urgenti che suo figlio e successore Rimush dovrà risolvere subito dopo la sua intronizzazione.

Rimush (2278-2270 circa a.C.) rimane sul trono per circa dieci anni. Egli interviene due volte per sedare le ribelli città sumeriche di Ur, Lagash, Umma e Kazallu che sono sostenute dall’Elam. Inoltre attacca la coalizione formata da Elam-Barakhshi-Zakhara e vince una battaglia tra Susa ed Awan[13].

Manishtushu (2269-2255 circa a.C.), fratello di Rimush e secondo successore di Sargon, si preoccupa soprattutto di salvaguardare gli interessi commerciali che Accad possiede nell’altopiano iranico (miniere d’argento e cave di diorite)[14]. Il motivo che induce i sovrani accadici a conquistare terre vicine e lontane attraverso le incursioni militari è soprattutto economico. Il loro progetto infatti è quello di “ … far coincidere la sfera commerciale con quella politica e militare e di arrivare direttamente alle fonti delle materie prime senza sottostare alla rete di intermediazione. Per fare questo, occorreva impossessarsi delle reti commerciali che al di là di quella basso-mesopotamica erano in mano ad Ebla ad ovest, in mano all’Elam per l’altopiano iranico e nel Golfo Persico gravitavano sul «porto franco di Dilmun». Le spedizioni extra-mesopotamiche dei re di Akkad si indirizzano proprio nel cuore di questi tre circuiti.”[15].

Naram-Sin (2254-2218 circa a.C.), figlio di Manishtushu, porta i confini del regno ai massimi livelli di espansione. E’ il primo re mesopotamico che può vantarsi del titolo di ‘shar kibratim arba’im’ (= re delle quattro regioni del mondo) con evidente valenza universalistica[16]. Questo re allarga le sue conquiste militari e commerciali soprattutto verso nord e verso nord-ovest creando un vero e proprio ‘impero’: i confini del suo regno spaziano dal Mare Superiore (Mar Mediterraneo) al Mare Inferiore (Golfo Persico)[17]. L’azione politico-militare nelle aree settentrionali si svolge in due momenti diversi. “In un primo tempo Naram-Sin arriva fino alla città alto-mesopotamica di Talkhat, e dichiara di dominare il paese di Subartu (appunto l’alta Mesopotamia, Assiria inclusa) «fino alla foresta dei cedri», cioè fino all’Amano o forse più in generale fino a tutto l’arco montano Amano-Tauro-Zagros che circoscrive la pianura mesopotamica. Naram-Sin specifica che gli sono sottomessi gli ensi di Subartu e i signori del «paese alto», bipartizione non tanto geografica (Subartu = Assiria; «paese alto» = zona del Khabur e del medio Eufrate), quanto piuttosto socio-politica: gli ensi sono i locali re cittadini, mentre i «signori» sono i capi tribali della steppa al di fuori delle vallate urbanizzate. Questo controllo su tutta l’alta Mesopotamia è confermato dalla dislocazione delle iscrizioni di Naram-Sin: ce ne sono a Ninive, a Basetki (più a monte dell’Assiria), e fino a Diyarbakir, e un suo palazzo è stato scavato a Tell Brak. In un secondo tempo Naram-Sin organizzò una spedizione militare contro Armanum ed Ebla che vengono vinte e ciò gli permise di controllare l’Amano, la foresta dei cedri e il Mare Superiore.”[18].

Il re accadico è l’unico ad esercitare il potere. Egli è il solo responsabile delle «quattro regioni del mondo» e ““…di fronte all’Universo, la persona del re diveniva una forza cosmica, avvolta da un’aura sovrumana e propria ai soli esseri che avessero ancora a che fare con l’Universo in quanto tale: gli dèi””[19]. Nelle tavolette cuneiformi infatti il nome di Naram-Sin è preceduto dal segno sumerico DINGIR che contraddistingue i nomi divini. Un’iscrizione di una statua del sovrano riferisce sull’evento della sua divinizzazione:

«Naram-Sin, il potente re di Agade: quando i quattro angoli del mondo gli si opposero con ostilità, egli uscì vittorioso da nove battaglie per l’amore che Ishtar gli portava e riuscì persino a prendere prigionieri i re che avevano combattuto contro di lui. Poiché egli era riuscito anche sotto tante avversità a mantenere forte la sua città, la sua città (cioè i suoi abitanti) implorarono Ishtar dell’Eanna, Enlil di Nippur, Dagan di Tuttul, Ninhursaga di Kish, Enki di Eridu, Sin di Ur, Shamash di Sippar, Nergal di Kutha di farlo dio di Agade, loro città, e gli costruirono un tempio al centro di Agade».

“Anche in altri testi Naram-Sin è definito “dio di Akkad”. Il re era ufficialmente asceso a una più elevata categoria di esseri, quella delle divinità, e si dichiarava il tramite fra i potenti del suo paese e i propri sudditi… Le statue dei re cominciarono a ricevere quelle attenzioni fino a quel momento riservate agli dèi e Akkad, una nuova città che, diversamente da Uruk o Eridu, non poteva aspirare a essere considerata un antico luogo sacro, fu consacrata per essere la dimora del dio re” [20].

Shar-kali-sharri (2217-2193 circa a.C.), figlio e successore di Naram-Sin, non è in grado di mantenere gli estesi confini conquistati da suo padre. Il regno creato da Naram-Sin comincia perciò a rimpicciolirsi. Le zone che iniziano a vacillare sono quelle sumeriche che riconquistano la loro indipendenza con i cinque sovrani della IV Dinastia di Uruk[21] e a seguire quelle orientali ed occidentali dove il sovrano è costretto ad intervenire rispettivamente contro i Gutei e contro gli Amorrei. Shar-kali-sharri perisce di morte violenta durante una congiura di palazzo analogamente a quanto accade a Rimush e a Manishtushu.

Dopo la morte di Shar-kali-sharri, l’impero di Accad attraversa un periodo di grande incertezza e confusione. Vengono intronizzati quattro re in tre anni, Igigi, Nanijum, Imi ed Elulu che insieme regnano dal 2192 al 2190 circa a.C.. Uno spiraglio positivo si intravede con il re Dudu (2189-2169 circa a.C.) che regna per circa vent’anni riuscendo a riconquistare i territori a settentrione del Paese di Sumer. Questa stabilità è portata avanti da suo figlio e successore, Shu-Turul (2186-2154 circa a.C.) che governa per altri quindici anni fino alla totale distruzione di Accad da parte dell’agressione dei Gutei[22]. Il duro attacco sferrato dai ‘draghi della montagna’ è stato facilitato dall’indebolimento del potere di Accad già durante il regno di Shar-kali-sharri “ … indebolimento che trovava una sua ragione anche nell’usura causata dalle troppe guerre. La conquista gutea fu favorita in modo determinante dalle concomitanti difficoltà causate agli Accadi da altre popolazioni iraniche (… i Lullubiti e gli Elamiti) e dagli Amorrei (Martu) dall’ovest, contro i quali già Shar-kali-sharri aveva dovuto strenuamente lottare. Va anche tenuto presente che il sud mesopotamico (IV dinastia di Uruk) era già riuscito a staccarsi dall’impero al tempo di Shar-kali-sharri; inoltre, che nella Mesopotamia settentrionale stavano prendendo sempre maggior consistenza politica i Khurriti”[23].

LA DINASTIA DI ACCAD (2334-2154 circa a.C.)

7. Nanijum8. Imi

1. Sargon ca. 2334-2279 a.C.
2. Rimush ca. 2278-2270 a.C.
3. Manishtusu ca. 2269-2255 a.C.
4. Naram-Sin ca. 2254-2218 a.C.
5. Shar-kali-sharri ca. 2217-2193 a.C.
6. Igigi
9. Elulu ca. 2192-2190 a.C.
10. Dudu ca. 2189-2169 a.C.
11. Shu-Turul ca. 2186-2154 a.C.

Oggi conserviamo una testimonianza sugli avvenimenti che hanno portato al crollo definitivo dell’impero di Accad. Si tratta di un testo letterario di circa duecentottanta versi intitolato la Maledizione di Accad, scritto da un poeta-sacerdote che ha vissuto durante il periodo della Terza Dinastia di Ur (2112-2004 circa a.C.). Costui narra i fatti in chiave antiaccadica senza nascondere la sua antipatia nei confronti dei Semiti[24] e soprattutto sottolineando che il destino di Accad era già stato fissato da un incollerito dio Enlil nei confronti del re Naram-Sin accusato di aver profanato la sua sacra dimora, l’Ekur, nella città di Nippur[25].

Ecco una sintesi di alcune parti importanti della Maledizione di Accad proposta dal †Prof. Padre L. Cagni[26]:

– 11.1-6: E’ stato Enlil a conferire la regalità di Accad a Sargon, dopo aver decretato l’annientamento di Kish e di Uruk.

-11.7-53: Divenuto re, Sargon ha potuto fare di Accad una città gloriosa e prospera e darle potere su tutto e, in pratica, su tutto il mondo, grazie alla benevolenza della dea Inanna. Questa fu la situazione straordinariamente favorevole in cui si trovò Naram-Sin al momento di salire al trono:

Tutto il paese viveva in piena sicurezza,

il suo popolo mostrava solo felicità,

il suo re (e) pastore Naram-Sin

si ergeva come il sole sul trono di Accad,

le cui mura s’innalzavano verso il cielo come montagne

(e) le cui porte, simili al Tigri convogliate le acque nel mare,

venivano aperte da Inanna (per l’ingresso di ogni bene).

I Sumeri a stento vi conducevano le navi (sovraccariche di beni).

I Martu (Amorrei), ignari di tutti i cereali,

vi arrecavano buoi perfetti e montoni perfetti.

Gli abitanti del Paese Nero (Etiopia?) di Melukhkha vi

portavano le mercanzie dei paesi stranieri.

Gli Elamiti e i Subarei vi trasportavano (ogni) merce

come asini carichi di sacchi.

I grandi amministratori dell’ensi,

esercitanti il controllo sul Gu-edenna,

portavano (ad Accad) le offerte mensili e quelle per il Nuovo Anno.

-11.54-65: Ma ecco cambiarsi improvvisamente la scena:

Ma quale prostrazione nel palazzo di Accad!

La santa Inanna non accettò i suoi doni:

come il figlio … di un principe essa non spartì le sue ricchezze!

La dea, in accordo, come sembra di capire, con il volere di Enlil (letteralmente “la parola dell’Ekur”), abbandona il suo santuario di Accad, l’E’ulmash, ed assume un atteggiamento ostile verso la città.

-11.66-84: Anche gli dèi Ninurta, Utu ed Enki tolgono i loro favori alla città rendendola debole e povera.

11.85-90: In un primo momento Naram-sin si rassegna unilmente al cambiamento, anche perché ha avuto una misteriosa visione riguardante l’Ekur.

-11.91-144: Ma, dopo sette anni, il re si reca allo Ekur di Nippur per ottenere un oracolo. Non avendolo però ottenuto, muta in diffidenza la sua precedente unile rassegnazione e procede alla devastazione e al saccheggio completo dell’Ekur assieme alle sue truppe. Ecco gli ultimi versi del brano:

Calcò in borse il suo oro.

Calcò in sacchi di cuoio il suo argento.

Ammucchiò sul suolo il suo rame come pile di grano pronte per il trasporto.

Il suo argento venne rielaborato dall’argentiere.

Le sue pietre preziose vennero rielaborate dal gioielliere.

Il suo rame venne ribattuto dal ramaio.

Sebbene non si trattasse dei beni di una città distrutta (in guerra),

egli (Naram-sin) fece attraccare grandi navi al molo della ‘casa’,

fece attraccare grandi navi al molo della ‘casa’ di Enlil

e fece trasportare (ad Accad) i beni della città.

-11.145-169: Allora Enlil decide di vendicare l’oltraggio del suo tempio chiamando a Nippur (e in Sumer) i Gutei i quali calano dalla montagna come un esercito di locuste e bloccano ogni via di comunicazione per terra e per mare.

11.153-169: I Gutei vengono così descritti:

Un popolo ribelle di un paese innumerevole per abitanti (oppure: dissimile da altri popoli),

i Gutei, di un paese che non tollera controlli,

il cui aspetto è di uomini, ma la cui parlata è quella di un cane.

-11.170-208: Si descrive la desolazione di Nippur e Sumer. Alle grida di dolore della gente Enlil non presta attenzione, si ritira anzi nella sua cella per riposare.

-11.209-270: Intervengono allora gli dèi principali Sin, Enki, Inanna, Ninurta, Ishkur e Utu (rispettivi protettori di Ur, Eridu, Uruk, Nippur, Ennegi e Larsa) e inoltre Nidaba (protettrice delle messi e della scrittura) e Nusku (il noto vizir di Enlil nell’Ekur), per portare Enlil a più miti consigli e salvare Sumer dall’intera distruzione. A tale scopo pronunciano una terribile maledizione su Accad, alla quale augurano una sorte peggiore di quella di Nippur.

-11.271-281: Gli ultimi versi, posti direttamente sulla bocca del poeta, descrivono l’attuazione della maledizione, riprendendo il frasario della maledizione stessa. L’ultimo verso, un po’ convenzionale in quanto simile alla chiusa di altre composizioni … suona:

Accad è distrutta! Sia lode a Inanna!

“La giusta lettura del testo vuole, infatti, che si metta in primo piano, come causa sufficiente e necessaria della distruzione, il dio supremo Enlil: nelle sue mani i Gutei sono lo strumento concreto e storicamente indiscutibile della vendetta. Solo Enlil può aver decretato l’annientamento di una grande città e di un grande impero come Accad e, attraverso di esso, la risurrezione di Sumer.”[27].

BIBLIOGRAFIA

Cagni 1971 = L. Cagni, Crestomazia Accadica, (Istituto di Studi del Vicino Oriente, Sussidi Didattici, 4), Roma 1971.
Cagni 1991 = L. Cagni, Storia del Vicino Oriente Preislamico I: Il Vicino Oriente dalle origini alla fine del III millennio A.C., Sussidio didattico a circolazione interna, Napoli 1991.
Leick 2006 = G. Leick, Città perdute della Mesopotamia, Roma 2006.
Liverani 1991 = M. Liverani Antico Oriente. Storia società economia, Bari 1991 (IIaEd.).
Moscati 1978 = S. Moscati, Antichi Imperi d’Oriente, Roma 1978.
Note

[1] La lingua semitica prende il sopravvento su quella sumerica e gli scribi accadici adattano i segni inventati dai Sumeri al loro idioma creando una forma sillabica di scrittura cuneiforme, cfr. Cagni 1991, p. 469 e Leick 2006, nota 41, p. 99.

[2] In sumerico KI.URI indica il Paese di Accad e KI.ENGI designa il Paese di Sumer, cfr. Leick 2006, p. 99. Con il passare dei secoli questi due territori uniti formeranno la Babilonia (da Baghdad fino al Golfo Persico) che si distinguerà dall’Assiria (da Baghdad fino ai confini settentrionali), cfr. Cagni 1991, p. 434.

[3] Stando al nome di suo padre, Bubu, le origini di Lugalzagesi dovrebbero essere semitiche, cfr. Cagni 1991, p. 367.

[4] V. Leick 2006, p. 93.

[5] La prima parte è simile al racconto biblico sulle origini di Mosè, cfr. Cagni 1971, pp. 200-205.

[6] Il Protodinastico, caratterizzato dalla presenza di documenti storici (iscrizioni reali), si divide in tre fasi: a. Protodinastico I (2850-2750 circa a.C.); b. Protodinastico II (2750-2600 circa a.C.); c. Protodinastico III che, a sua volta, è suddiviso in due sottoperiodi: 1. 2600-2450 circa a.C.; 2. 2450-2340 circa a.C., v. Cagni 1991, p. 325.

[7] V. Leick 2006, p. 98.

[8] V. Liverani 1991, p. 234.

[9] V. Moscati 1978, p. 67.

[10] Cfr. Liverani 1991, p. 234.

[11] V. Liverani 1991, p. 234.

[12] Da un punto di vista archeologico Accad non è ancora stata identificata, ma gli studiosi sono certi della sua esistenza perché è frequentemente menzionata nelle tavolette cuneiformi datate alla seconda metà del III millennio.

[13] V. Liverani 1991, p. 236.

[14] Cfr. Cagni 1991, p. 448 e Liverani 1991, p. 236.

[15] Cfr. Liverani 1991, p. 249.

[16] V. Cagni 1991, p. 467.

[17] L’affermazione degli Accadi segna una svolta importante nella storia della Mesopotamia. Alcuni secoli dopo, gli Assiri (1950-609 circa a.C.) prenderanno in prestito dai re di Accad il concetto di ‘impero universale’, ne ricalcheranno le loro imprese e sosterranno di appartenere alla stessa stirpe.

[18] V. Liverani 1991, p. 240.

[19] Cfr. Cagni 1991, p. 466.

[20] V. Leick 2006, p. 102.

[21] V. Cagni 1991, p. 454.

[22] I Gutei provengono dai Monti Zagros (attuale Luristan) e per la loro rudezza ed aggressività sono conosciuti con l’appellativo di ‘draghi della montagna’.

[23] V. Cagni 1991, pp. 463-464.

[24] “Cosa, questa, abbastanza comprensibile, se si pensa che fu Accad a mettere in minoranza Sumer e che, solo conseguentemente alla distruzione operata dai Gutei, anche se non immediatamente dopo, fu possibile ai Sumeri riconquistare il primato politico e culturale in Mesopotamia (periodo della III dinastia di Ur)”, cfr. Cagni 1991, pp. 456-457.

[25] V. Cagni 1991, pp. 453-454. Secondo Liverani 1991, p. 261 non si sarebbe trattato di ‘distruzioni’, ma di semplici restauri fatti fare da Naram-Sin senza seguire le indicazioni oracolari e le tradizioni architettoniche e cultuali del luogo.

[26] Cfr. Cagni 1991, pp. 458-461.

[27] V. Cagni 1991, p. 457.

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Segui Alessandra Zuin:
Alessandra Zuin è nata in provincia di Venezia, vive nei Colli Euganei (Pd) e ha studiato a Napoli. Durante i suoi studi universitari si è occupata sia del periodo islamico (Lingua e letteratura araba (quadriennale), Islamistica, Storia dei paesi arabi dall’avvento dell’Islam fino ai giorni nostri, Arte ed archeologia islamica, ecc.), sia di quello preislamico (Storia del Vicino Oriente preislamico (quadriennale) e Assiriologia (biennale)). Si è laureata in Assiriologia presso l’Università “L’Orientale” di Napoli con il †Prof. Padre Luigi Cagni, elaborando una tesi su una divinità sumerica, intitolata: Il dio DUMU.ZI: suo ruolo in Mesopotamia. Ha proseguito i suoi studi a Napoli, sotto la direzione del suo indimenticabile ‘maestro’, e ha ottenuto il titolo di dottore di ricerca in Studi Mesopotamici con un lavoro dal titolo: Famiglie e competenze degli scribi nel periodo antico-babilonese. Durante il dottorato ha studiato per circa due anni presso il Fachbereich Altertumswissenschaften Altorientalisches Seminar della Libera Università di Berlino (Freie Universität). Infine, ha concluso i suoi studi con il Master in Studi sul Medio Oriente presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Carlo Bò di Urbino. Ha studiato l’arabo soprattutto in Siria e in Egitto; in quest’ultimo paese ha frequentato per alcuni anni l’Isola Elefantina di Aswan dove ha imparato un po’ di dialetto locale nubiano (‘kinsi’). Ha insegnato italiano L2 presso le Scuole “Maria Ausiliatrice” di Damasco e Aleppo. Attualmente insegna lingua e cultura araba, inglese e italiano L2.

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