I capelli biondi nella Grecia antica

E’ stato Reche a osservare che mai i Greci avrebbero adoprato la parola “arcobaleno” (iris) per designare l’iride della pupilla (come i Tedeschi: Regenbogenhaut = iride) se avessero avuto occhi scuri. Solo un popolo con occhi azzurri, o grigi, o verdi può chiamare l’occhio “arcobaleno”: il prisco ceppo degli Elleni apparteneva perciò alla razza nordica.

Apollo
Apollo del Belvedere. Particolare.

Frequenti nelle fonti greche sono gli aggettivi xanthòs e xoutòs “biondo”, pyrrhòs “fulvo” e chrysoeidés “aureo”, riferiti ai capelli di uomini o Dei, aggettivi che corrispondono perfettamente al latino flavus, fulvus e auricomus. Diffuse anche espressioni come chrysokàrenos “testa bionda”, o chrysokóme “chioma d’oro”. Lo stesso progenitore degli Ioni e degli Achei sarebbe stato Xoutòs, “il biondo”, fratello di Doro e figlio di Elleno, mitico capostipite della stirpe greca. Che xanthòs significhi veramente “biondo” è rilevabile da Pindaro che chiama xanthos il leone, Bacchilide il colore del grano maturo (III, 56) mentre Platone nel Timeo (68 b) ci spiega che xanthòs (il giallo) si ottiene mescolando “lo splendente col rosso e col bianco” e Aristotele (Dei colori, I, I) afferma che il fuoco e il sole van detti xanthòs.

Che i bambini dei Germani ai Greci già snordizzati apparissero “canuti” non sorprenderà se si tiene presente quel biondo platino quasi bianco di cui sono spesso i capelli dei bambini di pura razza nordica. Il significato di xanthòs come “biondo” ci è dato da qualunque dizionario greco. Come è stato spesso notato, gli eroi e gli dei d’Omero sono biondi: Achille, modello dell’eroe acheo, è biondo come Sigfrido, biondi sono detti Menelao, Radamante, Briseide, Meleagro, Agamede, Ermione. Elena, per cui si combatte a Troia, è bionda, e bionda è Penelope nell’Odissea. Peisandro, commentando un passo dell’Iliade (IV, 147), descrive Menelao xanthokòmes, mégas én glaukòmmatos “biondo, alto e con gli occhi azzurri”.

Acropoli, Atene.
Acropoli, Atene.

Karl Jax ha osservato che tra le dee e le eroine d’Omero non ce n’è una che abbia i capelli neri. Odisseo è l’unico eroe omerico bruno, ma l’abitudine a ritrarre gli eroi biondi è così forte che in due passi dell’Odissea (Xlll, 397, 431) anche lui è detto xanthòs. E, d’altronde, Odisseo si differenzia anche per i suoi caratteri psicologici, segnatamente per la sua astuzia: Gobineau vedeva in lui l’eroe “nella cui genealogia il sangue dei guerrieri achei si è fuso con quello di madri cananee”. In genere però, il disprezzo dei Greci d’epoca omerica per il tipo levantino, è scolpita dal loro disprezzo per i Fenici, bollati come “uomìni subdoli”, “arciimbroglioni” (Iliade XIX, 288). Tra gli dei omerici, Afrodite è bionda, come pure Demetra. Atena è, per eccellenza, “l’occhicerulea Atena”. Il termine adoperato è glaukopis, che certo è in relazione anche col simbolismo della civetta, sacra alla dea (glaux = civetta: occhi scintillanti, occhi di civetta), ma che in senso antropomorfico vale “occhicerulea”: Aulo Gellio (Il, 26, 17) spiega glaucum con “grigio-azzurro” e traduce glaukopis con caesiadie Himmelbluaugige“. Pindaro completa il ritratto omerico della dea chiamandola glaukopis e xanthà. Apollo è phoibos “luminoso, raggiante” e anche xoutòs. Era, sposa di Zeus e modello della matrona ellenica, è leukòlenos, “la dea dalle bianche braccia”, tipico tratto della bellezza femminile della razza nordica.

Bianche braccia, piedi d’argento, dita rosate, e altri caratteristici aggettivi che rimandano a un colorito chiaro, sono frequenti nei poemi omerici. Anche Esiodo ci parla d’eroi e di dei biondi: biondo è Dioniso, bionda Arianna, bionda Iolea. La connessione dei canoni estetici d’età arcaica con l’ideale nordico si ricava anche dall’importanza attribuita all’altezza: kalos kai mégas sono due aggettivi che van sempre insieme. Nella descrizione di Nausicaa e di Telemaco nell’Odissea, si sente che l’alta statura è quasi sinonimo di nobile nascita. E’ lo stesso modo di sentire del nostro Medioevo, che ha dipinto tutte le donne bionde e che poneva come condizione della loro bellezza la grandezza della persona (“grande, bianca e fina”), anch’esso per l’influenza d’una aristocrazia d’origine nordica, germanica. In epoca classica, nomi come Leukéia, Leukothea, Leukos, Seleukos (da leukòs “Bianco”) alludono al colorito chiaro, così come Phrynos e Phryne a pelli bianche e delicate, come anche i nomi Miltos, Miltìades, e Milto. Galatéia (da gàla-gàlaktos =latte) è “quella dalla pelle di latte”. Rhodope e Rhodopìs quelle dalla “pelle di rosa”. Non rari i nomi Xanthòs, Xuthìas, Xanthà, come anche Phyrros “fulvo” (da pur = fuoco) e Pyrrha sposa di Deucalione e mitica progenitrice del genere umano.

Verosimilmente le stirpi doriche, ultime venute dal settentrione, e in particolare gli Spartiati, rigorosamente separati dal popolo, dovettero serbare a lungo caratteri nordìci. Ancora nel V secolo, Bacchilide loda le “bionde fanciulle della Laconia”; due secoli prima Alcmane, nel famoso frammento (54) aveva cantato la fanciulla spartana Agesicora “col capo d’oro fino e dal volto d’argento”. Anche le abitudini sportive delle Spartane, il loro costume di fare ginnastica insieme con gli uomini, ci parlano d’una femminilità acerba e atletica che meglio s’immagina in fanciulle di razza nordica che in quelle di razza mediterranea. Eustazio, (IV, 141) vescovo di Salonicco, commentando un passo dell’Iliade, ricordava come la biondezza avesse fatto parte dell’essere spartano. La cosiddetta “fossa dei Lacedemoni” ci ha restituito gli scheletri di 13 Spartani appartenenti alla guarnigione messa in Atene alla fine della guerra del Peloponneso: tre sono quelli di uomini molto alti (1,85; 1,83; 1,78), gli altri di statura superiore alla media, il più piccolo misura 1,60. Breitinger, che ha studiato questi resti scheletrici, rinviene in essi, “almeno una forte impronta nordica”. Ricorderemo che Senofonte segnalava l’alta statura degli Spartani.

Anche le stirpi ioniche, nonostante risiedessero da più tempo sulle rive del Mediterraneo – fatto che aveva condotto a una notevole mescolanza dell’elemento nordico con quello occidentale-mediterraneo – dovettero serbare, specie nell’aristocrazia, un certo ideale nordico. Nel cimitero del Dypilon, in età geometrica, si nota un incremento di brachicefali centroeuropei a spese dei dolicocefali mediterranei. Non si dimentichi che il geometrico nasce in Attica, esattamente come il gotico nasce in Francia, e così come sarebbe incauto affermare che la Francia non sia stata germanizzata solo perché la lingua è rimasta latina, così sarebbe azzardato sostenere che la migrazione dorica non abbia penetrato l’Attica. Nel VII secolo Solone ci parla d’un Crizia – antenato di Platone – coi capelli biondi, xantothrix, e Platone stesso nel Liside e nella Repubblica ci parla della biondezza come qualcosa di non particolarmente raro. I tragici d’età classica, e particolarmente Euripide, ci mostrano una quantità d’eroi e d’eroine bionde. Nelle Coefore di Eschilo (v. 176, 183, 205) la bionda Elettra rinviene un capello biondo presso il sepolcro del padre, e, poco più in là, ravvisa un’orma del piede particolarmente grande e ne deduce che debba trattarsi di suo fratello. Ridgeway per primo suppose che la saga d’Elettra serbasse un’eco della contrapposizione d’una aristocrazia nordica molto più alta delle plebi mediterranee . Nell’Elettra di Euripide (v. 505 e sgg.) apprendiamo che la biondezza è caratteristica degli Atridi, e nell’Ifigenia in Tauride Ifigenia (52/53) ricorda il padre Agamennone “col crine biondo ondeggiante sul capo”. Lo stesso Euripide ci mostra biondi Eracle, Medea, Armonìa.

Atena Lemnia, attribuita a Fidia
Atena Lemnia, attribuita a Fidia

Il Sieglin ha notato che nei livelli dell’Acropoli inferiori alla distruzione persiana si trovano costantemente statue con capelli dipinti d’ocra gialla o rossa e occhi in verde pallido: è noto il famoso “efebo biondo”. In genere, in tutta l’epoca classica, si mantenne l’usanza di dipingere di biondo i capelli delle statue: Filostrato, nel suo libro sulla pittura (Eikones), scrive che “la pittura dipinge un occhio grigio, l’altro azzurro o nero, i capelli gialli, o rossi, o fulvi”.

Anche la grande Athena Parthenos che sorgeva accanto al Partenone era bionda, ed è stato osservato che l’arte crisoelefantina sorge per ritrarre un’umanità fondamentalmente chiara. Il tipo ritratto dalla plastica ellenica è essenzialmente nordico: “Nelle figure maschili, la grandezza d’animo (megalopsychìa) d’un tipo umano superiore e capace d’una contemplatività spassionata, in quelle femminili il nobile ritegno, l’acerba e pudica ritrosia d’un’anima nobile di razza nordica”. Anche le statuette di Tanagra, analizzate dal Sieglin, si rivelano bionde al 90%, il che non ci sorprenderà gran ché se Eraclido Critico ancora nel III secolo scriveva delle donne della beotica Tebe: “Sono per la grandezza dei corpi, l’andatura e i movimenti, le donne più perfette dell’Ellade. Hanno capelli biondi che portano annodati sul capo” (Bios Hellados, 1, 19).

Una particolare biondezza delle tebane non meraviglia se si considera la penetrazione tracia nell’area eolica, successiva alla migrazione dorica e connessa all’introduzione della cavalleria, le cui tracce linguistiche si avvertono anche oltre l’Adriatico, tra gli Iapigi. Teodorida di Siracusa (Antologia Palatina, VII, 528 e) ci descrive le fanciulle della beotica Larissa che si tagliano le bionde chiome per la morte d’una concittadina. Anche la colonizzazione eolica avrà diffuso caratteri nordici se si pensa che Saffo chiama la figlia Cleide chryseos (frammento 82). La stessa Saffo è chiamata da Alceo (framm. 63) ioplokos, “col crine di viola”, che viene comunemente tradotto “bruna”. In realtà, come ha mostrato il Sieglin, prima del IV secolo, epoca che segna il disseccamento dell’Ellade e la scomparsa dei boschi, in Grecia esisteva solo la specie gialla della viola (viola biflora), quella stessa che oggi cresce in Baviera e in Tirolo. Ióplokos va tradotto perciò con “bionda”: che Saffo fosse “piccola e nera” (mikrà kai mélaina) è una tarda leggenda.

Eretteo, Atene. Cariatide. Particolare
Eretteo, Atene. Cariatide. Particolare

Che anche la grecità di Sicilia avesse con sé caratteri nordici potrebbero suggerirlo quelle fonti che ci descrivono Dionigi, tiranno di Siracusa, biondo e con le lentiggini. In genere, la menzione di tanti biondi tra le figure d’un certo rango, convalida l’idea del Sieglin che blond galt als vornehm. In genere, nel V secolo la biondezza doveva esser ancora sentita come qualcosa di tipico per il vero elleno se Pindaro, nella nona Ode Nemea (v. 17), rivolto agli Argivi presenti, celebra i “biondi Danai”. D’altronde. ancora Callimaco (Inni V, 4), due secoli dopo, poteva esortare le donne di Argo: “affrettatevi, affrettatevi o bionde pelasghe!”. Bacchilide, nell’ode a un vincitore degli stessi giochi nemei, loda i mortali, uomini dell’Ellade tutta, che “con la triennale corona velano le teste bionde”. Lo stesso Bacchilide, in un frammento (V, 37 e sgg.), menziona dei “biondi vincitori” xanthotricha nikasanta.

La grande arte classica, che data da questo secolo, ha ritratto quel tipo alto, con tratti fini e regolari, che è proprio della razza nordica, e quale oggi si può trovare compattamente solo in alcune regioni contadine della Svezia. Anche la razza mediterranea ha tratti regolari, ma è di piccola statura, e quell’impronta più fiera, quel modellato più energico del naso e del mento che fanno la fisionomia classica, sono da ricondursi alla razza nordica: “Ancora Aristotele scrive nella sua Etica Nicomachea che per la bellezza si richiede un corpo grande, di un corpo piccolo sì può dire che sia grazioso e ben fatto ma non propriamente bello. Questo corpo piccolo e grazioso è essenzialmente quello mediterraneo, come appare a uomini di sentire nordico. Per la sensibilità nordica il contenuto fisico e spirituale della razza mediterranea non è sufficiente ad attingere la vera ‘bellezza’, perché qui per la bellezza si richiede una certa gravità interiore, una grandezza d’animo che dai Greci di sensibilità nordica fu sintetizzata nel concetto della megalopsychìa… La figura mediterranea agli occhi dell’uomo nordico apparirà sempre troppo leggera e troppo inconsistente perché i suoi tratti fisici siano ammirati come “belli”.

Prassitele, Afrodite Cnidia. Glyptothek, Monaco (Germania).
Prassitele, Afrodite Cnidia. Glyptothek, Monaco (Germania).

Nordiche sono la metriótes, la misurata dignità, la enkrateia, la padronanza di sé, la sofrosyne, la coscienziosa ragionevolezza, in cui lo spirito greco ravvisò la sua essenza profonda. L’apollineo e il dionisiaco, questi due poli della civiltà ellenica esplorati da Nietzsche, altro non sono che l’anima nordica delle élites indoeuropee e la sensibilità spumeggiante delle plebi mediterranee.

Dionisiaco è l’entusiastico, lo spumeggiante, il piacere chiassoso e l’indomita ferocia dell’antico Mediterraneo; apollineo il tono sublime, la saggia ponderazione, la pronta decisione del Nord. Ma è proprio nel V secolo, estremo equilibrio dello spirito greco, che la bilancia s’inclina. La crisi delle aristocrazie maturava già da almeno un secolo e Teognide – che in un frammento ricorda la sua gioventù, quando “i biondi riccioli gli cadevan dal capo” – aveva già maledetto la mescolanza del sangue, rovina delle antiche schiatte. Il ceto dirigente ateniese andava incontro alla snordizzazione per l’afflusso di sangue meteco, plebeo, levantino. La conseguenza ne era il volgersi dei migliori ateniesi al modello spartano. Senofonte addirittura si trasferì a Sparta. Platone laconeggiava nella sua Repubblica, dove l’élite dei capi è educata come gli Spartiati, e dove il nuovo stato poggia sull’eugenetica (unire i migliori ai migliori, sopprimere i minorati, etc.) sì che l’ideale finale si configura come allevamento di fanciulli secondo il modello dell’uomo perfetto, e guida dello Stato da parte di un gruppo scelto per un tale compito.

Ma anche Sparta non superò indenne il conflitto peloponnesiaco, che ferì a morte la sua nobiltà guerriera non meno di quel che la seconda guerra mondiale non abbia logorato quella tedesca. E’ un fatto facilmente constatabile che all’eliminazione del sangue più nobile – e da parte lacedemone era il sangue, preziosissimo, dei nordici Spartiati – abbia considerevolmente contribuito la guerra del Peloponneso. Alla battaglia di Leuttra, gli Spartiati finirono col dissanguarsi completamente, sì che quello spartano poteva rispondere ai soldati tebani entrati in Sparta che chiedevano “Dove sono dunque gli Spartani”: “Non ve ne sono più, se no voi non sareste qui adesso”. Il IV secolo è ancora un’epoca di splendore. Ma c’è nella sua luce qualcosa di più caduco e raffinato che sta come la grazia morbida dell’Hermes di Prassitele alle figure acerbamente eroiche dell’arcaismo e a quelle maturamente solari del secolo V. In esso è l’elemento mediterraneo che torna a parlare. In tutti questi caratteri, è stata giustamente ravvisata la presenza di una specie umana più leggera e più leggiadra.

Di fronte a un’Ellade così fortemente snordizzata, non meraviglia che alla fine del IV secolo l’egemonia sia passata alle regioni periferiche, alla Macedonia. I Macedoni, consanguinei dei Dori, il cui nome dovrebbe significare “gli alti”, dovevano conservare, accanto a una monarchia e a un contadinato patriarcali, l’acerbità nordica delle origini. Alessandro, coi suoi occhi azzurri scintillanti, con la pelle così rosea e delicata che lo si poteva vedere arrossire anche sul petto, è una figura nordica. I Macedoni costituirono l’estrema riserva della grecità, che permise nella fase declinante della sua cultura – di espandere la sua civilizzazione per tutto l’Oriente. Una certa fisionomia nordica dovette conservarsi a lungo nell’aristocrazia macedone. Stratonica, figlia di Demetrio Poliorcete e moglie di Seleuco I, era bionda, biondo era Tolomeo Filadelfo, come pure la sorella Arsinoe, “simile all’aurea Afrodite”. In tutta l’epoca ellenistica, l’ideale femminile continuò ad incentrarsi sulla xanthótes, sulla biondezza. Ce lo ricordano i poeti (Apollonio Rodio, l’Antologia Palatina etc.), il famoso epigramma “Eros ama lo specchio e i biondi capelli”, come pure il fatto che tutte le etere d’alto rango d’epoca ellenistica (Doride, Calliclea, Rodoclea, Lais) erano bionde. La frase… ‘i signori preferiscono le bionde’ vale anche per il mondo maschile delle città ellenistiche.

Apollo di Fidia. Particolare. Museo del Louvre, Parigi.
Apollo di Fidia. Particolare. Museo del Louvre, Parigi.

Wilhelm Sieglin, che si è preso la pena di andare a scovare tutti i passi delle fonti greche dove si parli del colore degli occhi e dei capelli, ha potuto dimostrare che dei 121 personaggi della storia greca di cui gli autori ci descrivono i caratteri fisici, 109 sono biondi, e solo 13 bruni. Lo stesso Sieglin ha raccolto le descrizioni dei personaggi della mitologia: delle divinità, 60 hanno capelli biondi, e solo 35 capelli scuri (di cui 29 numi del mare o degli inferi); degli eroi delle saghe, 140 sono biondi e 18 han capelli neri; dei personaggi poetici, 41 biondi e 8 neri. Da tutto ciò sarebbe eccessivo dedurre che in tutte le epoche della storia greca i biondi siano stati in così schiacciante maggioranza. Certo è però che erano numerosi e, soprattutto, davano il tono alla classe dirigente.

Che un certo ideale nordico contrassegnasse il vero elleno fino ai tempi più tardi, potrebbe confermarlo questa notizia del medico ebreo Adimanto, vissuto all’epoca dell’Impero Romano. Egli scrive (Physiognomikà, 11, 32): “Quegli uomini di stirpe ellenica o ionica che si son conservati puri, sono di statura abbastanza alta, robusti, di corporatura solida e dritta, con pelle chiara e biondi… La testa è di media grandezza, la pelosità corporea inclinante al biondo, fine e delicata, il viso quadrato, gli occhi chiari e lucenti … “. E tuttavia, il romano Manilio ormai ascriveva i Greci alle coloratae gentes. Con la scomparsa della biondezza naturale, erano divenuti di moda i mezzi artificiali di colorazione dei capelli, i xanthìsmata. Il verbo xanthìzestai, “tinger di biondo”, passò ad indicare l’adornarsi, il “farsi belli” per eccellenza. Ma non eran questi mezzi che potevano arrestare il processo di snordizzazione del mondo ellenico. Il tipo dell’elleno si avviava ormai ad estinguersi. Ad esso succedeva il graeculus, lo schiavo astuto o lo scaltro retore, il trafficante o la guida turistica, segnato dal marchio di quella furbizia levantina che lo fecero sentire dai Romani come “inferiore”.

* * *

Tratto dal libro Gli Indoeuropei. Origini e migrazioni, Edizioni di Ar, Padova 1978. Tratto dal sito http://scicli.splinder.com/

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42 Responses

  1. Giovanni Tovt
    | Rispondi

    Leggendo con molto interesse lo stralcio del libro che sicuramente cercherò, mi sorge una domanda forse ingenua: come mai nelle figure sui vasi greci classici, in generale non vi è l'impressione di personaggi dai capelli chiari? Ringraziando della cortese attenzione, invio cordiali saluti.

  2. .......
    | Rispondi

    se i "nordici" hanno questa innata capacità di creare civiltà come è possibile che in Scandinavia , nella Germania settentrionale e nel Baltico (dove i biondi sono la assoluta maggioranza ) erano ancora fermi all'età del ferro fino al IX sec d.c. ?

  3. silvia
    | Rispondi

    ricordo una poesia latina che parlava in modo dispregiativo di una donna schiava con gli occhi verdi (descritti come melmosi) e i capelli biondi (visti come sbiaditi).

    Mi potreste dire di che poesia si tratta?

  4. el_felixian
    | Rispondi

    Per silvia. Forse sei al corrente che per i Romani la bellezza consisteva nell'avere la pelle chiarissima e i capelli biondi ? Sei al corrente che quando questi caratteri sono cominciati a diventare rari le donne dell'alta società si avvelenavano pur di schiarirsi la pelle e i capelli o compravano le parrucche fatte con i capelli biondi delle germane ?

    Vedi c'è una piccola cosa che devi capire: i terroni di oggi sono in gran parte i discendenti degli schiavi nordafricani e mediorientali portati da Roma nei latifondi del sud, non sono gli eredi dei Romani, non sono costruttori di civiltà ma parassiti sterili e distruttori. Ricordatelo.

  5. kanio
    | Rispondi

    povero felixian devi capire che solo i fatti dimostrano il grado di civiltà è tu sei la dimostrazione e il massimo esempio di questa.

  6. mary_james
    | Rispondi

    vorrei "cordialmente" rispondere ad "el_felixian".

    Innanzitutto,ti consiglierei di andarci piano con le parole,quelle persone che tu chiami "terroni"per la maggiore, sono i grandi cervelli d'Italia che ti permettono di star seduto comodamente sulla tua sedia; ci ereggiamo sulle spalle dei giganti,ti ereggi sulle spalle dei giganti. Se proprio poi vuoi considerarci come un popolo "a parte", ci terrei a ricordarti che le migliori teste italiane provengono dal meridione. I più grandi uomini provengono dal meridione. E te sei solo un gran bigotto che non dovrebbe permettersi neanche di leggere riguardo la Grecia antica,non ne sei minimamente degno.

    Ps: … Fiera di essere BIONDA,CHIARA E TERRONA [come dici tu]

    …tanti auguri =)

  7. Armand_Milieu
    | Rispondi

    ALCUNE OSSERVAZIONI

    Leggendo l'articolo, ho notato che

    1) talvolta usa delle categorie storiche piuttosto obsolete come quella di razza;

    2) sottilmente, traccia una connessione tra il fenotipo nordico e lo spirito nordico, mentre collega il fenotipo levantino a quello levantino.

    L'articolo non mi pare assolutamente di parte, ma anzi si limita a parlare dell'aspetto estetico delle popolazioni greche senza dare giudizi morali su chi fosse meglio o peggio.

    Riguardo al punto 1) delle mie osservazioni, penso che parlare di "razza" in questo contesto ristretto non cambi le carte in tavola. E' infatti noto che le popolazioni antiche erano fortemente endogamiche (si incrociavano tra membri dello stesso gruppo): per via di ragioni tribali (es.: clan), per via di ragioni sociali più elaborate (distinzione in classi, ceto…) o per il semplice fatto che la popolazione europeo-mediterranea era in valore assoluto minore della nostra e spesso le comunità isolate si trovavano obbligate a praticare l'endogamia.

    E' pertanto non solo plausibile, ma altamente probabile che i Greci fossero, almeno fino al periodo arcaico, biondi. Inoltre, è anche comprensibile come il "tipo levantino" – un po' ladro e un po' mercante – fosse identificato con le popolazioni di fenotipo semitico (o simili), perché di fatto questi luoghi comuni nascevano da un fondamento di verità ben saldo: la vivacità e l'intraprendenza dei commercianti medio-orientali.

    IL NORDICO NELLA NOSTRA CULTURA

    In un gruppo di soli biondi o fulvi (gli anglosassoni fair-haired), gli eroi mitici non possono che essere biondi o fulvi. Perché nella nostra cultura il biondo/occhi azzurri ricopre ancora il ruolo dell'eroe in certe favole? Credo di aver letto da qualche parte che è dovuto al fatto che i fenotipi [biondo] e [occhi azzurri] derivino da due geni recessivi. Sono dunque molto rari e, con il meticciamento delle popolazioni, tendono a diminuire di frequenza. Per noi i capelli biondi sono come l'oro o il diamante: cose rare.

    IL DILEMMA DI SILVIA

    Mi incuriosisce questo fatto degli occhi verdi… Silvia ha fatto una gran citazione, ma la prima metà del messaggio di el_felixian fornisce un'idea che ho già sentito (benché lo faccia in modo spocchioso e saccente). Credo di poter dirimere la questione: probabilmente la poesia di Silvia e la nota di el_felixian si riferiscono a due epoche diverse. In una prevaleva un'ideale di bellezza mediterranea. Nell'altro un'ideale di bellezza nordica.

    I ROMANI? UN POPOLO TIPICAMENTE MEDITERRANEO

    Della seconda parte del messaggio di el_felixian non parlerò a lungo. Forse egli non ricorda che i Romani erano inizialmente solo semplici pastori con il gusto per i saccheggi… Imparentati con Etruschi (popolo che non conosco bene) e nativi del Sannio e Latini (entrambi con fenotipo spiccatamente mediterraneo). Dunque questi Romani non erano sicuramente dei nordici ed erano fuori dalla macro-area celtica che si era espansa in epoca pre-romana.

    Non a caso, i Romani stessi si stupivano di fronte alla massa e alla prestanza dei Galli Boi, che erano biondi. Catone il Censore, poi, un Romano arcaico, criticava apertamente i trucchi e i capelli tinti delle donne (un po' come l'Amleto di Shakespeare).

    Di certo i Romani, con il loro pragmatismo, avevano le loro giustificazioni culturali per condannare la mollezza della Grecia ellenistica (che non è la Grecia arcaica), ma alla fine sono stati "colonizzati" dalla cultura Ellenistica. Se proprio vogliamo fare la gara a chi era più intellettuale, ci accorgiamo che fu non la cultura Greca arcaica (eroica, orgogliosa, classista), ma la cultura Ellenistica (levantina, meticcia, promiscua) a "civilizzare Roma" e fornirle le categorie letterarie che l'avrebbero resa celebre.

    Ricordo infine che questo tipo nordico di cui si parla tanto, non si capisce mai se sia quello Celtico o quello Sassone… A voler far distinzioni, si scopre che nessuna etichetta è possibile. I Celti sono una cosa, i Sassoni un'altra e la provenienza ariana – se c'è – è da ricercarsi addirittura in Caucaso o in Asia.

  8. Kaisaros
    | Rispondi

    x Armand milieu:

    parli di Catone il Censore,

    quello alto,coi capelli rossi e gli occhi cerulei ?

    Un classico Romano mediterraneo !!!

  9. ingrid
    | Rispondi

    …avete poco da discutere :la civiltà è nata in Mesopotamia(odierno Irak)

    e sviluppata sulle sponde del Mediterraneo.

    I tanto decantati Nordici sono dei portatori di guerre e distruzione,

    dei selvaggi con le pezze al culo risospinti in Europa dai Mongoli!!!

    Figuriamoci un pò….

  10. TeraFlare93
    | Rispondi

    El_felixian, sei un imbecille. Il Regno delle Due Sicilie era ricchissimo e i vari stati del nord con l' eccezione di Venezia erano poverissimi, prima dell' Unità d' Italia.

    Medio-orientale e nord-africano sarai più tu che io…

  11. Gothelm
    | Rispondi

    el_felixian ha colto nel segno ma dai commenti vedo che molti han pensato bene di omaggiarlo d'insulti eppure bisogna riconoscere fino in fondo il ruolo che i nordici in Europa e medio oriente, se non oltre, hanno rivestito sin dalla preistoria. Furono invasori e conquistatori, certamente ma anche fondatori di civiltà a partire da quella più antica del mondo ovvero quella Sumera. Per ora nulla di certo sulla loro origine se non che certamente non erano un popolo semitico, anzi la loro provenienza dai monti Zagros a nord dell'Iraq li mette in relazione con quella misteriosa civiltà del Danubio o con i più tardi Gutei e Iranici popoli di lingua indoeuropea con cui la stessa lingua sumera mostra dei punti di contatto. Curioso inoltre che i Sumeri chiamassero se stessi letteralmente "teste nere" forse perchè la loro aristocrazia era nordica migrata a sud perchè spinta dall'inclemente clima dell' area baltica all'origine di numerose altre migrazioni quali, tra le più antiche, quella dei Greci e dei popoli italici.

  12. debraee
    | Rispondi

    La razza mediterranea è ritenuta scura mentre la razza nordica è riconosciuta come chiara. i lineamenti del viso, il colore degli occhi, la stessa pelle comunque bianca o olivastra. Se dovessimo incontrare SOPHIA-SAPIENZA come si presenterebbe?

  13. mah
    | Rispondi

    x mary_james: anch'io sono biondo chiaro e siciliano

    x gothelm: i sumeri parlavano una lingua agglutinante come il turco, non flessiva come l'indoeuropeo; quindi i sumeri l'ultima cosa ke possono essere è ariani.

    x el_felixian: avere la pelle chiara anticamente era simbolo di nobiltà in quanto tipico di chi non doveva spaccarsi il culo a lavorare la terra e quindi non prendeva il sole; tutto qui.

    I Romani sono stati influenzati enormemente da popolazioni del sud ( abbiate la decenza di non usare queste categorie leghistelle e fascistelle come razza, spirito etc) come Magnogreci, Cartaginesi, Orientali, sia sul piano culturale che tecnologico e religioso.

    Queste non sono informazioni così riservate: le trovate in qualsiasi manuale universitario, o saggio divulgativo, o magari anche nei libri di scuola non ricordo. Come qualcuno ha ben detto se i nordici erano così evoluti perchè hanno avuto le pezze al culo fino alla caduta dell'impero romani e anche dopo?

    Siete ignoranti ma non è colpa vostra. L'importante è ke non cercate di insegnarle agli altri le vostre simpatiche cazzate.

    Andate a scuola invece di scrivere minchiate,

    ciao

  14. Gothelm
    | Rispondi

    x mah: dì la verità..l'articolo di Romualdi non l'hai nemmeno sfiorato..men che meno manuali saggi e libri di scuola..chissà da quanto son finiti nel camino! Continua a raccontartela da solo che ad approfondire poi ci resti male!

  15. Alessio
    | Rispondi

    L'abitudine di tingere i capelli era già presente prima della Repubblica romana, probabilmente anche nella Grecia. Solitamente si usava tingerli con della cenere che faceva venire riflessi rossi; in età imperiale si diffuse invece l'hennè (cypros) importato dall'Egitto. Ma la moda più comune era tingere la propria chioma di color biondo con tinture provenienti dall'Europa del nord, quali erbe (germanae herbae), sfere di sapone di Wiesbaden (pilae metticae) o spuma provienente dall'odierna Olanda. Credo che la tintura rossa fosse comune tra le meretrici: Plinio parla di una miscela di sego e cenere, imiegata come sapone. Non mancavano le più strane tonalità, si arrivava anche all'azzurro. Gli uomini tingevano i capelli solo quando questi divenivano grigi e strappare i singoli capelli non bastava; in uno dei suoi epigrammi Marziale scherniva un vecchio dai capelli tinti, che si trasformerà poi da cigno in corvo.

    L'articolo è davvero interessante e ben strutturato, peccato che a legger certi commenti vien tristezza.

  16. Elna
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    salve!

    bell'articolo. Io sono rossa,ma un rosso/biondo rame. Ho la pelle bianca e occhi verdi chiari. Volente o nolente mi sono sempre distinta dalla massa.

    Credo comunque che la bellezza non sia affatto nei colori,ma nelle forme.

    L'armonia del corpo,la perfezione dei lineamenti,la mancanza di grossi difetti,la giovinezza,la salute perfetta.

    ecco,la bellezza è questa!

    Poi non ci vuole un articolo che spiega perchè i colori chiari sono preferiti:è la natura che ci guida verso la luce,il chiaro,la purezza.

    Siamo abituati a pensare che tutto ciò che è scuro sia "negativo",anche se poi non lo è affatto. La notte,la morte,la depressione,la paura…tutto nero,scuro.

    Logico che un colore chiaro ci riporta alla serenità.

    Ma non batsa avere capelli biondi e occhi azzurri se poi si è brutti,diciamo solo che aiuta.

  17. cicciolino
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    Per i romani il biondo e gli occhi chiari erano attributi tipici degli schiavi. Fu proprio il razzismo verso i Goti a Bisanzio a scatenare alcune rivolte di questi.
    Ma comunque la popolazione già all'epoca era molto varia come oggi.
    A proposito di oggi, devo dire che l'altezza media dei balcani meridionali zona Macedonia-Salonicco è molto superiore a quella nord-europea. Passeggiate per Serres e poi per Stoccolma e ve ne accorgerete subito.
    Quanto ai capelli biondi difficile dire l'origine. L'argolide nel 1820 era spopolata e malarica, il re bavarese divenuto re di grecia fece deportare numerosi contadini tedeschi "morti di fame" in argolide per bonificare l'area. Molti sono biondi ma non sono certamente discendenti dai dori, ma da popolazioni slave e germaniche arrivate in età moderna. Vi erano anche i mercenari veneziani (tirolesi e cadorini).

  18. mosley
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    La Scandinavia viene considerata in tutta la nostra civiltà "vagina di nazioni" (sul continente è come minimo rintracciabile), in seguito era semispopolata e di sicuro non è rimasta un territorio sterile in merito a civiltà.
    Il capello biondo non può nascere comunque verso l'equatore.
    Macedoni e Scandinavi hanno la stessa statura (l'altezza di per sè non è determinante, si esce dal contesto: Nordafricani e Vatussi sono ancora più alti..).
    Il Regno Sabaudo non piaceva a nessuno (i nizzardi hanno votato per la Francia, del resto allepoca nessuno parlava toscano come oggi).
    Il Regno delle due Sicilie è molto interessante, tuttavia giova ricordare che i primi sovversivi furono i "pagnottanti"** carbonari esuli meridionali a Torino, che convinsero i Savoia ad entrare nella "Svizzera del Mediterraneo". Il popolo del Regno delle due S. era in miseria, in un equilibrato gioco di

  19. mosley
    | Rispondi

    paternalismo con la classe dominante, i "briconi" erano i carcerati nonchè i militari (i carcerati venivano arruolati alla bisogna). Il Lombardo-Veneto manteneva 1/3 della casse di Vienna a fronte di una popolazione di appena 1/8 dell'intero Impero. I Ducati filo-austriaci indipendenti (Parma, ecc.) erano paragonabili alla zona di Berna oggi. Vi riferite senz'altro al post 1860 e al post 1870: quando il Veneto, in primo luogo, è stato massacrato (enorme migrazione in Sudamerica). Tassa sul macinato e repressione militare si sono avute anche nel Settentrione, la guerriglia idem (e i soldati erano neo-italiani, quindi anche sardi, pugliesi, siciliani anche nel Mezzogiorno del brigantaggio). Napoli diventa immediatamente Savoiarda (la pizza margherita…). Totò e la Deledda sono sicuramente personaggi interessanti.

  20. mosley
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    La Scandinavia (e l'antica Germanien) è anche la terra che (con o senza Thule) era pressochè inabitabile 2000 anni fa a causa del clima, avrebbe potuto essere ferma anche al neolitico se per questo
    "terra che attira e insieme respinge" (Brian Branston), ma che plasmava un certo tipo di popolazioni.
    Sassoni, Juti e Angli sono dovuti approdare in Britannia a seguito delle alluvioni che piagavano il loro territorio precedente.
    Britanni, Celti e Galli (tranne i Belgici) non sono mai stati biondi. Bianchi sì. i Galli Boi sono descritti come bianco-latte coi capelli bruni.

  21. mosley
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    In merito all' "età del ferro": Anche se la scuola italiana si limita al proprio orto, gli Scaldi e un paio di altre cose del Nordeuropa dell'epoca non sono primitivi neanche pagando…e stiamo parlando del periodo in cui venivano depredati i mattoni del colosseo per gli usi più miseri–il che concorda col discorso di Evola, Romualdi jr., ecc.

  22. Nessuno
    | Rispondi

    Voglio far notare che effettivamente tingersi i capelli era molto in voga, in particolare a Roma. Marziale ad esempio parla di una crema batava in VIII, 33, 20 e di un’altra in XIV, 27, ma non si capisce se valga solo per le anziane o anche per le giovani. La nota all’edizione che ho io degli Epigrammi parla di crema che dava colore fulvio, ma non capisco da dove tragga la nozione.

    Al contrario ho dubbi relativamente al colore degli occhi, dacché gli “occhi glauchi” sono visti come un difetto da Luciano di Samosata in Dialoghi degli Dei Marini 13 (8), Giudizio delle Dee 10 e Dialoghi delle Cortigiane 2, 1.
    C’è da dire che Luciano è un autore tardo.

  23. frnsej
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    Secondo le tesi dell’autore, in breve, i greco-romani erano di ” razza nordica ” e decaddero quando s’incrociarono con una classe subordinata di scura, inferiore razza mediterranea. Quindi nel periodo culturalmente e militarmente migliore del mondo classico avrebbero dovuto esistere barriere di casta nella società ellenica e in quella romana. Invece è il contrario: l’avvento della democrazia ateniese e l’emancipazione politica dei plebei a Roma segnano l’avvio dei maggiori splendori greci e romani. Del resto, nessun testo antico afferma che il basso popolo, in Grecia o in Italia, avesse un aspetto fisico diverso da quello dell’a classe privilegiata. Quanto agli schiavi portati da altri paesi, giungevano dalla Scizia( Russia ) e dalla Germania ancor più che dall’oriente, perché la fragilità degli stati ” barbari ” favoriva le guerre o razzie schiaviste. Per questi e altri motivi, nessuno storico serio accetta mitologie come quelle di Romualdi, volte a negare un fatto evidente: i primati passano da un popolo all’altro nel corso dei secoli e millenni. Se i greci erano nordici, i nordici sono superiori da sempre e per sempre. Come no: lo confermerà il ventunesimo secolo. quanto siano eterni i primati nel mondo…

  24. Gamundi
    | Rispondi

    Sono apprezzabili i tentativi di impiegare un’elevata gradazione di meticolosità,precisione e accuratezza analitica di stampo artistico-filologico e biologico nell’individuazione e nell’esposizione delle argomentazioni storiche-fisiognomiche concernenti la costituzione psico-fisica di una componente delle antiche popolazioni elleniche.Stona quindi,nel testo,l’implicita(anche se ben percettibile) considerazione elogiativa della stereotipata conformazione fisica delle popolazioni del ceppo etnico nordico valutata in opposizione a quella peculiare dell’individuo medio dell’europa meridionale.Pur constatando le qualità psico-fisiche dell’individuo germanico occorre includerle in un quadro di complessiva descrizione antropologica istituito sulla base di rigidi parametri classificatori presentanti il delineamento delle motivazioni dell’insorgenza,preservazione e sviluppo dei specifici caratteri genetici di questa etnia in stretta correlazione con la compartecipazione dei fattori ambientali operanti il suo sviluppo evolutivo,il tutto in piena conformità con il confronto col percorso di mutamento biologico di carattere adattativo dei popoli pre-indoeuropei ed indoeuropei del sud dell’Europa.

  25. Gamundi
    | Rispondi

    E’ interessante poi constatare come gran parte delle basi argomentative della corrente dottrinale antropologica nazista fosse,erroneamente,costituita sul modello della civiltà proto-indoeuropea assunta come affine e strettamente imparentata con quella germanica(se non identificata con essa).Addirittura i primi indoeuropeisti fecero coincidere l’Urheimat con il sud della Scandinavia.Niente di più falso dato che i proto-indoeuropei presentavano qualità fisiche distanti dal quelle dei “pre-germani” visto che erano più prossimi sul piano fisico alle popolazioni delle grandi civiltà medio-orientali pur presentando evidenti diversificazioni somatiche.In un certo senso i biondi

  26. Gamundi
    | Rispondi

    con gli occhi chiari erano individui appartenenti a specifiche popolazioni primitive autoctone del nord della Scandinavia e di zone geografiche con una latitudine simile e discendevano direttamente,per lo meno in parte e nelle zone situate più a nord-est,dai popoli provenienti dalle steppe asiatiche giunti lì tramite i più antichi flussi migratori.E questo è riscontrabile in alcuni dei tratti somatici,ritenuti evolutivamente più funzionali e convenienti per quell’ambiente e per questo preservati e perfezionati col tempo,dei “più nordici” comparabili a quelli delle etnie asiatiche.Questi biondi primitivi si fusero con gli indoeuropei(intenti a migrare in tutta europa) originando la civiltà germanica in Scandinavia e si espansero progressivamente più a sud unendosi ad altre popolazioni europee centrali.I romani infatti descrivevano l’individuo germanico occidentale medio come presentante capelli color rubino e occhi color ghiaccio.Quindi è vero che il colore biondo è peculiare degli scandinavi e non dei celti o di altre popolazioni pre o proto-indoeuropee del resto dell’Europa.

  27. Gamundi
    | Rispondi

    Comunque già i Neanderthal in Scandinavia erano biondi con gli occhi azzurri così come lo diventerebbero in linea teorica gli eschimesi fra qualche migliaia di anni

  28. Christos
    | Rispondi

    Sono un greco (attuale-moderno) e vivo nella moderna Taranto. Essere biondo o bianco di pelle non dimostra un origine nordica o tedesca o indoeuropea. Semplicemente perché le stirpi nobili greche come anche i comuni greci (dorici, achei, eoli e ionici) erano di origine dalla Siberia, a nord-est di Mosca, ma non di razza indoeuropea (pertanto non parenti dei celti o dei slavi), non germani (razza brachicefala di sicura origine mongola e residuo dei neaderthal). Anche nella Grecia moderna come nell’antica, il colore chiaro della pelle e dei capelli è preferito e correlato con la bellezza, sicuramente a causa dello stesso disprezzo un po razzista dei moderni greci (come i antichi) per i popoli di colore scuro, levantini disonesti. Trattasi di un colore chiaro o biondo moderato, è non quello barbarico platino dei scandinavi. Non esiste nessuna parentela culturale, linguistica o antropologica tra Greci (moderni o antichi) e scandinavi, germanici e altri barbari. I turchi (selzucchi) quanto per prima volta hanno incontrato greci (bizantini) nel IX secolo, sono stati impressionati per il loro colore bianco, gli chiamavano “uomini d’argento”. Ogni riferimento al colore chiaro dei Greci (moderni o antichi) non ha nessuna relazione con tedeschi, scandinavi e altri barbari. Il resto è tutto invidia, cattiveria, gelosia, di chi non ha mai creato vera civiltà, ha sempre distrutto tutto il bene creato dai altri e vive nei complessi di inferiorità e di ossessione di mostrarsi di origine superiore ai altri.

  29. Gothelm
    | Rispondi

    Per Christos:”le stirpi nobili greche come anche i comuni greci (dorici, achei, eoli e ionici) erano di origine dalla Siberia, a nord-est di Mosca, ma non di razza indoeuropea”. Puoi indicare qualche testo a sostegno di questa tua affermazione?

  30. Christos
    | Rispondi

    Per Gothelm: volentieri, ma al momento non è possibile, sto a Taranto e questi articoli in parte trovati all’ Aristoteleion università e altri raccolti in Grecia, si trovano alla mia residenza in Grecia a Salonicco. Tra altri, trattasi di moderni documenti e articoli sulla storia della Macedonia e su studi antropologici di enorme spessore e di oltre 60 anni di ricerca effettuati da antropologi Russi e Greci e con qualche riferimento a Hammond. Se sei interessato posso riportarli al futuro. I discorsi letti tuttavia su questo blog hanno poco di scientifico, trattasi maggiormente di parafilologia e propaganda nazista, di razza ariana bella (i tedeschi non sono belli come i mediteranei Spagnoli, Italiani e Greci anche se più biondi, ma piuttosto grossolani con ossa tozze). Gli achei, inoltre, basta andare a vedere in qualsiasi museo, dal Metropolitan a quello di Atene, da quello di Velletri a quello di Istanbul, sulle anfore e “ostraka” sono stati sembre dipinti con colori di pelle scura e raramente biondi. Tutti i pezzi di cranio con capelli integri che puoi trovare nei Musei (ad es museo di Gela) mostrano capelli ben conservati di colore bruno o marrone, mai biondo. Zeus salvaci dalla Merckel e dai fantasmi del 20 e 19 secolo!

  31. Christos
    | Rispondi

    per Gothelm: per inizio, puoi vedere lavori un pò più vecchi di Aris Poulianos sulla origine dei ellenici.
    Per chi invece ha posto falsità sulle origini dei moderni Greci, informo e metterò a disposizione documentazione seria e affidabile che documenta che il 99% del DNA dei greci moderni è identico a quello dei greci arcaici, come peraltro che i greci moderni non sono ne tedeschi ne uni ne slavi ne cinesi, ma puri discendenti (geneticamente e culturalmente) dei greci arcaici. Nei 6 precedenti secoli non conveniva essere Greco, era difficile dichiararsi Greco prima di tutto perché si pagavano alte tasse, per la mancanza di diritti politici e umani e della possibilità di essere massacrati senza alcuna ragione. In questi secoli, chi era poco convinto di essere Greco o non puro, cambiava nazionalità. Quelli rimasti oggi Greci (nel 1821 solo 1 millione di persone), state tranquilli che sono veri discendenti di Socrate. In modo simile puri discendenti lo sono i ebrei (discendenti di antichi ebrei), i cinesi (discendenti di antichi cinesi) ecc, ma a nostro onore solo noi Greci siamo cosi invidiati da gente di strana estrazione e origine che vogliono entrare per forza nella nostra storia. Sono miserabili e ridicoli. Quardate ad es i pseudomacedoni slavorom del FYROM; cercano di convincere il mondo (e loro stessi) di essere greci macedoni! Sarebbe meglio per loro e per altri simili, di accettare la loro vera identità e di essere contenti e fieri di quello che veramente sono.

  32. ILLYRIAN KING
    | Rispondi

    Per Christos..Ma quanto siete ridicoli voi ‘greci’con le vostre teorie assurde,ma mi spieghi come mai nel 1821 90 su 100 eroi della rivoluzione greca erano arvaniti.? Dove erano i greci durante tutto il Medioevo,? Quando l’intera Europa era nel pieno dell’Illuminismo e prosperità,me lo spieghi tu questo buio totale?,Adoro i tedeschi perché sanno di aver sbagliato nel creare il vostro fantomatico stato a tavolino nel 1821, sperando di trovare gli elleni, e invece trovarono gli arvaniti con fustanella e plis, per questo ora quasi tutti gli studiosi tedeschi stanno riscrivendo la storia dei balkani, LA VERITÀ NON SÌ INVENTA, SÌ CERCA. ricordatelo bene.?

    • Alessandro A. Papandreu
      | Rispondi

      Risposta all’ “Illyrian King” del 17 aprile 2014
      La Grecia non ha cessato mai ad esistere. Gli Elleni sempre abitavano questo sacro paese. Gli arvaniti sono stati entrati piu` volte nel territorio ellenico, cercando migliori condizioni
      di vita, di clima e migliore terra per coltivare. Erano molto laboriosi ed amavano le loro famiglie ed erano molto uniti tra di loro .Altresi anche gli albanesi che sono entrati nel nostro paese dopo l’anno 1989, sono ottimi cittadini, laboriosi ed i Greci li amano tanto. Senz’ altro molti arvaniti non sopportavano l’oppressione turca e si ribellarono contro i Turchi. Anche essi hanno combattuto contro i Turchi. Una parte degli arvaniti si erano schierati insieme ai Turchi contro i Greci ed erano mercenari dell’ esercito turco. Hanno ucciso tantissimi ribelli Greci. Si chiamavano in Grecia Turkalvani (AlbanesiTurchi). Per amor del Cielo, non alterare la storia, cercala.
      Disponibile per qualsiasi ulteriore chiarimento,visto che scrivi bene in lingua italiana.
      Grazie.
      Un amico Greco da Atene.

  33. christos
    | Rispondi

    La verità è verità, non si inventa e neanchè c’e bisogno di cercarla tanto. Le cose che mi chiedi te le posso spiegare, se cerchi la verità e hai intenzioni oneste, ma non posso scrivere libri sul web per convincere persone che scrivono sul web per oddio o solo per fare propaganda nazionalista del loro paese di origine (ho visto le cose che scrivi in altri siti web). Prima di tutto, è più che esagerata e ridicola la frase “90 su 100″ erano arvaniti”. E lo potresti chiedere a loro stessi, se oggi ancora vivi, a questi eroi: ti avrebbero risposto che non sono ellenici ma i Ellenici! e per la loro origine ellenica e religione cristiana hanno versato il loro sangue nella rivoluzione Ellenica del 1821. Ricorda bene che Arvaniti non significa albanesi o turcalbanesi come italioti (ellenici della Magna Grecia) non significa italiani. E’ vero che diversi eroi ellenici erano di origine Arvanita. L’Imperatore Bizantino-Ellenico Palaiologos aveva spostato circa 10000 abitanti dal Despotato Ellenico-Bizantino dell’ Epiro in Biozia. Questa popolazione, una parte di origine ellenica epirota e altri di origine illirica pura (ma non albanese o meglio turcalbanese) e altri ancora successivamente giunti in Tessalia dall’ Epiro, ex militanti del valoroso Castrioti “Skenderberg” (metà illirico e metà ellenico epirota) erano ovviamente cristiani, e usavano il dialetto della regione di origine, oltre all’ ellenico. Sempre hanno dichiarato di essere fieri e consapevoli delle loro origini: elleniche o illiriche. E Castrioti, gran eroe dell’odierna Albania in mancanza di altri, non ha nulla a che fare con essa. Lui ha difeso i cristiani dei Balcani contro l’invasione musulmana turca. Oggi sarebbe sicuramente contrario alla sua proclamazione di Eroe Nazionale di un paese islamico.
    A Pindos oggi trovi anche qualcuno con dialetto latinofono ma di pura origine ellenica: nel passato questi ellenici avevano servito nell’ impero romano come legeonari o guardie delle dogane “akrites” dell’ impero romano, latinizzandosi di lingua ma non di etnia. La fustanella “rigata” è un ambito di origine romana. Anch io parlo italiano ogni giorno, ma sono di origine ellenica. E i Arvaniti, per la stragrande maggioranza sono Ellenici.
    Per quanto riguarda dove erano i Greci durante il Medioevo, non c’e bisogno che rispondo Io, basta andare in qualsiasi Libreria , (visto che nel tuo paese di origine durante il comunismo c’era completo buio culturale e di informazione), e comprare un buon libro sulla storia dell’ impero di Bisanzio(dopo il 4 -5 secolo ellenizzato completamente). Leggi lo e capirei il fatto che grazie ai Bizantini e ai Greci del medioevo recente oggi esiste una civiltà occidentale e grazie anche a loro oggi tu hai la possibilità di usare l’internet, se non erano mai esistiti in quelli secoli a difendere per secoli il cristianesimo e i valori Ellenici occidentali, oggi Io e te, altro che sul internet, dalla mattina alla sera in pieno primitivismo e completa ignoranza stavamo a pregare “Allah, Allah”. Prima dell’illuminismo e dopo la caduta di Costantinopoli, molti intellettuali Ellenici del mondo Bizantino hanno immigrato in Italia e in altri Paesi Europei, portando la luce della loro tradizione, valori e cultura e trasmettendo l’eredità della Grecia antica classica nei paesi di destinazione. Vai a vedere qualche mostra di El Greco (Domenico Theotokopoulos) in Italia o Spagna. Se hai dubbi, gran parte di quello che sappiamo oggi su scrittori, filosofi, artisti dell’ Ellade classica, è solo merito dei monaci Ellenici del Bisanzio.
    Peraltro, nel tuo paese di origine specialmente a Saranta, c’e una minoranza etnica: chiedi a loro di che etnia sono. Lo sai benissimo che cosa risponderanno: sono semplicemente Ellenici. Per essere chiaro, non ho nessun problema o pregiudizio per i Albanesi di oggi, tuttaltro. Tuttavia, l’ Albania anche se abitata da molti secoli (prima da Illirici e successivamente dal mix di turcoalbanesi e di alcuni cattolici albanesi misti del nord) per motivi prevalentemente storici-politici non hanno potuto fin oggi far emergere una civiltà degna di nota, speriamo lo farà nel futuro. Se hai una diversa opinione riporta il nome di 5 filosofi, 5 artisti, e di 5 scrittori o di 5 benefattori dell’umanità e posso cambiare opinione. La stessa cosa è successo nei 4 secoli di buio culturale in Grecia (come in Albania) durante l’occupazione turca 1453-1800. Per il resto, io personalmente non sono ne arvanita, ne cinese, ne albanese, ne tedesco. Nel bene o nel male sono un Ellenico.
    E infine ricorda di non addorare tanto i tedeschi: a tavolino nel 1821 hanno fatto solo i loro interessi. Hanno solo rallentato e limitato, a loro interesse l’ espansione e la restaurazione dello stato Ellenico e la rivoluzione. E non sperare che nei Balcani hanno oggi migliori intenzioni anche per il tuo paese…, faranno solo i loro interessi e scordati le idee della Grande Albania nazionalista.

  34. ILLYRIAN KING
    | Rispondi

    Christos,,Starei qua per ore a risponderti,e con molto piacere anche,ma se tu già dalle prime righe mi incominci mettendo di mezzo la religione, allora perdo un pò la passione nel risponderti,ma cmq eccomi qua!,Tanto per iniziare ti dico che sono cattolico e amante della verità,sulle mie origini, vengo dalle famose alpi dinariche.li dove abita la popolazione più alta al mondo e dove la maggioranza ha gli occhi chiari!! io potrei benissimo ‘pretendere’ di discendere dagli antichi ‘greci’ dove secondo la loro teoria queste caratteristiche rappresentarono la perfezione, ma non ne vedo la ragione perchè prima dei greci erano e pelasgi famosi per la loro statura e per le divinità saccheggiate poi dai greci.Tu sai bene se avrai letto, che nell’antichità tutto si poteva fare a livello culturale tranne imparare,pensare,diffondere la lingua albanese,questo perchè c’era il patto tra gli ottomani e la chiesa ortodossa greca nell’impedire qualsiasi forma culturale in lingua albanese.Ma tu cmq nn ne vuoi sapere di questa cosa e vai diritto e inventi il termine ‘turcoalbanesi’ sapendo bene che quei pochi turchi potevano benissimo parlare il turco ovunque essi andarono nn avevano alcun bisogno di imparare la lingua albanese o di assimilarsi,fai questo solo perchè è l’unico argomento rimasto,nn solo per voi greci ma anche per i serbi,montenegrini i moderni macedoni. Perchè sai bene come è la vera verità,esempio se vado io che sono albanese a Janina o Follorina come turista e faccio le foto ai monumenti e le autorità greche vengono a sapere mi dichiarano ‘persona nn gratta’ comemai?!cos’hanno da temere.cmq di tutto questo nn mi stupisco sai, sapendo come e stato creata la vostra identità nazionale. In uno delle sue dichiarazioni un vostro grande scrittore,storico,filosofo e soprattutto coerente dell’università di Atene Nikos Dimou scrisse: ”’Noi parlavamo albanese e ci chiamavamo bizantini,tutto questo orgoglio greco ebbe inizio per mano di Johann Winckelmann per poi seguire con Goethe,Victor Hugo e Delacroix i quali studiando la storia antica si fecero convincere che tutti quei valori,usi,costumi e popolazioni erano rimaste inalterate come allora anche se si trattava di 2000 e passa di anni prima, ci presero e ci dissero,voi siete elleni diretti discendenti di Platone e Socrate,e cosi fu, ma quando una nazione piccola e povera ha un peso simile è destinata ad essere malata in eternità.”’. Cmq non sapevo che le nazioni si creano quando più ‘pecore’ si mettono insieme con gli stessi odi e rancori e negando il passato prossimo.!!, Chiudo elencandoti alcuni dei grandi uomini arvaniti della rivoluzione greca anche se ti sarà difficile digerire questo fatto, si sa la vostra storiografia tende sempre a colorare i nomi e i cognomi albanesi con il suffisso os..is per poi dire erano greci! ( Gjeorgjio Kundurioti, Kiço Xhavella, Andoni Kryezi, Teodor (Bythgura) Kollokotroni, Marko Boçari, Noti Boçari, Kiço Boçari, Laskarina Bubulina, Anastas Gjirokastriti, Dhimitër Vulgari, Kostandin Kanari, Gjeorgjio (Llalla) Karaiskaqi, Odise Andruço, Andrea Miauli, Teodor Griva, Dhimitër Plaputa, Nikolao Kryezoti, Athanasio Shkurtanioti, Hasan Bellushi, Tahir Abazi, Ago Myhyrdani, Sulejman Meto, Gjeko Bei, Myrto Çali, Ago Vasiari,).Teodor Pangallo presidente della grecia1925-1926 con sangue albanese fece una dichiarazione davanti alle Nazioni Unite a Ginevra e disse”LA REPUBBLICA DELLA GRECIA CONOSCEVA LA POPOLAZIONE ALBANESE CHE VIVEVA IN GRECIA E NON LI CONSIDERAVA PIù MUHAMEDANE DI ETNIA TURCA E CHE LA TEORIA CHE GLI ALBANESI ORTODOSSI SONO GRECI è SBAGLIATO PERCIò, HO PRESO LE DOVUTE CONTROMISURE NEL DISFARE TUTTI QUEI GRUPPI VORIO-EPIRIOTI CHE ALIMENTAVANO QUESTA IDEA.(questa e stata pubblicata nel periodo delle provocazioni nell’agosto 1949 sul giornale ‘Akropolis’ ristampata nel 1974 nella raccolta di Teodor Pangallo secondo volume 1925-1952 pagina 111-115). ah dimenticavo mi hai fatto ridere quando hai detto che ‘FUSTANELLA’ era romana,potevi benissimo pretendere il diritto d’autore pure su questo pezzo di storia albanese l’avete modificato da 60 a 200 pieghe,la coscienza qua e la si sta svegliando pian piano e meno male perchè non e bello pure per voi, creare la storia con delle cover, di quello che era pure albanese dai tempi di Dodona,se mi rispondi e ci metti di mezzo la religione ancora vuoldire che la tua cultura è annebbiata.

  35. Christos
    | Rispondi

    Per il ki. Le assurdità che riporti non interessano e sono fuori argomento da questo blog. Tra i nomi di eroi Greci che riporti o sono inesistenti o inventati da circoli nazionalisti albanesi. I restanti sono tutti Ellenici puri. Dopo Skenderbeg la Albania è abitata da popolazione di bassa statura, testa grande e arti corti. Alti e altissimi sono i Serbi compressi i slavi di MOntenegro e i Croati. Scrivi le tue assurdità nei vostri blog nazionalisti, non interessano ne a me ne a nessun altro. In Grecia sono benvenuti tutti, liberi di fare foto turistiche, eccetto naturalmente a persone che mancano di rispetto alle leggi, ladri, criminali ecc. In Albania vivono oggi Albanesi ortodossi e Greci ortodossi (vorioepiroti). Ricorda inoltre che in comunità europea l Albania non entrerà mai come la Turchia, non perché si oppone la Grecia, ma i tuoi addorati tedeschi e francesi, che conoscono la verità…

  36. ILLYRIAN KING
    | Rispondi

    Os..Is Niente, è inutile sprecare tempo con tutte quelle persone che hanno subito un lavaggio mentale per mano della religione,è come parlare con i talebani,hai presente?! Cmq tutti quegli eroi arvaniti sopraelencati sono una piccolissima parte,e la fonte di questo materiale non lo presa in nessun tipo di blog albanese,mi è bastato vedere il documentario sulla rivoluzione greca ”le legende nazionali” fatto da un vostro canale televisivo sky. Se passiamo ancora sulle tematiche di assimilazione sulla base della religione, ti ricordo gli ultimi esempi del 21esimo secolo: Pirro Dhima (Pirros Dymas), Sotir Nini( Sotiris Ninis),,Gjergji Kone( Panagiotis Kone),,ma se questi erano di etnia greca perchè mai dovevano ‘albanesizzare’ i loro nomi o cognomi sapendo bene che in Albania ti puoi fare chiamare come vuoi,perchè non esiste questo assurdo complesso di adattare il nome e cognome come in Grecia.Dovresti capire che la Penisola Balcanica sarà sempre un secondo Medio Oriente affinchè gli Albanesi non acquisteranno tutti i loro diritti ovunque essi si trovano sparsi nella Penisola Illirica.Non dovresti cambiare il verso del discorso passando dall’Unione Europea,il tema di questo blog starebbe scomodo al 70% dei ‘greci’ moderni che sono anni luce lontani dagli elleni sia per caratteristiche fisiche che culturali,anche quei pochi individui di carnagione bianca sono arvaniti, e quella poca tolleranza interculturale vi viene imposta dalla benedetta Unione Europea,ormai viviamo in un mondo globalizzato e sviluppato tecnologicamente dove le notizie su un fatto, vengono da più fonti e meno male,perciò resta a noi la curiosità di sapere la vera verità o no,ormai non si tratta più di vincitori che scrivono la storia, e di perdenti che restano a guardare,,adesso abbiamo a che fare con 2 categorie ben distinte: ”’I CONVINTI DI MENZOGNE STORICHE E GLI AMANTI DELLA VERA STORIA”’ Chiudo con la dichiarazione dello storico tedesco Jacop Philipp Fallmerayer che fece delle ricerche sugli elleni di quel periodo (1857-1860 ‘Das albanesische elementi in Greichenland’). ””SE CHIAMIAMO GRECIA ‘LA NUOVA ALBANIA’ ABBIAMO COLTO L’ESSENZA DELLA TEORIA””.Ma mi stavo chiedendo come mai Aristotele non accettò mai di essere cittadino di Atene,ma preferi vivere da ‘meteco’ cioè straniero.

  37. Mario Premuda
    | Rispondi

    Siete tutti appassionati, colti ed è piacevole leggervi per un Italiano che ama il proprio paese come voi amate il vostro e che ha una buona dose di sangue dalmata. Buon natale a tutti.

  38. Alessandro A. Papandreu
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    Commento all’articolo di Adriano Romualdi: “I capelli biondi nella Grecia Antica”
    Adriano Romualdi. Sei un profondo conoscitore della storia Greca antica.Riferisci tanti dettagli sulle stirpi, sui volti delle statue, sulle indicazioni fornite dai testi scritti.Sei Bravissimo. E’ vero che, anche molto recentemente, alle popolazioni montanare della Grecia moderna, quella di cinquant’anni fa’, recentemente spostati alle grandi citta’ della Grecia, si osserva che, quelle popolazioni si componevano di individui biondi e con occhi celesti. Per esempio , individui provenienti da villaggi siti in montagne, sopra i 800 metri di altura dal mare, erano
    tutti biondi e con occhi celesti. Quelle popolazioni erano pochissimamente influenzate dalle invasioni estranee e vivevano isolate anche dai
    villaggi vicini. Occupazione slava ,veneziana,ottomana , li avevano lasciati intatti, perche’ gli iinteressi , sempre, si trovavano nelle pianure e vicino al mare. Ricordo che i tempi e le statue della Grecia antica erano sempre colorati. I tempi oggi visti come “bianchi”,al tempo della loro costruzione non erano bianchi, ma colorati ed era il colore che offriva loro la splendita’. Le statue dei tempi erano pure colorate ed i capelli delle statue, molto spesso, nella stragrande maggioranza, erano biondi.
    Congratulazioni al redattore dell’articolo.

  39. Lorenzo
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    “il nemico dell’ariano è ordunque l’ariano stesso”. Me vie da piagne potessi torna indietro pe ferma la nostra sorte!! Abbiamo rinnegato da sempre la nostra razza..

  40. Luca
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    Buonasera,

    potreste per favore correggere il brutto refuso (spero non sia un errore), alla fine circa del sesto capoverso, dove si legge “dei Spartani”, invece del corretto “degli Spartani”.

    Grazie

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