Humanitas

Arno Breker, Die Partei II (1942)
Arno Breker, Die Partei II (1942)

La classe dirigente dell’Occidente moderno si è impegnata in una solerte opera di oscuramento delle radici greco-romane della civiltà europea. Il fine di quest’operazione è di cancellare il senso della prospettiva storica e di conseguenza la possibilità di formarsi una capacità critica: in questo modo il sistema scolastico produce tipi umani facilmente manipolabili dalla propaganda mediatica.

L’opuscolo di Hans F. K. Günther Humanitas descrive efficacemente la posta in gioco di una questione culturale così importante. Sebbene lo scritto del Günther sia del 1937, le parole del grande antropologo tedesco sono attuali come non mai nel delineare la sostanziale fratellanza dei popoli europei e la loro comune matrice culturale fondata sull’umanesimo classico. Nell’antica Grecia si delineano i valori tipici della cultura comune ai popoli indoeuropei: il valore guerriero, la struttura sociale gerarchica, la famiglia monogamica e patriarcale, la certezza della stirpe sono state le basi culturali dei popoli ariani e su questi valori sono state costruite tutte le forme di civiltà che hanno caratterizzato l’Europa sia nell’Antichità che nel Medioevo e nell’età moderna, fino all’avvento di ideologie liberali e marxiste che, con la loro etica del gregge, hanno cancellato ogni concezione aristocratica del vivere.

Mihi natura dedit leges a sanguine ductas. Questa citazione di Properzio sintetizza alla perfezione il senso della discendenza e della relativa trasmissione di valori che caratterizzava la cultura classica. Col passare del tempo le concezioni originarie della Grecia antica tendono a inaridirsi e si diffondono fenomeni culturali che preludono alla fine dell’Antichità. Le filosofie stoiche che tanto successo riscuotevano nelle élites culturali dell’Impero Romano raccomandavano la rinuncia al matrimonio e alla famiglia e consideravano l’amor di patria come un fastidio assurdo: si trattava di concezioni simili a certi stili di vita oggi dominanti nel mondo contemporaneo, concezioni ispirate al disimpegno nichilista. Quando il mondo antico si avvia al declino col crollo dell’Impero Romano e con il meticciarsi della popolazione indoeuropea con elementi meridionali e levantini, i valori classici si trasmettono alle popolazioni germaniche che fondano nuove entità territoriali. I principi della cavalleria medievale sono chiaramente simili ai valori eroici della Grecia arcaica e continueranno a ispirare la nobiltà europea ancora per molti secoli. Inoltre il patrimonio culturale della mitologia antica è sempre stato ben presente alla classe intellettuale europea, e ancor oggi è una inesauribile fonte di ispirazione per tutte le arti.

Il saggio Humanitas è preceduto da un’ampia introduzione di Adriano Romualdi ricca di interessanti informazioni sulla vita del Günther, che fu tutt’altro che facile poiché le sue opere, pur avendo larga diffusione, esprimevano posizioni culturali decisamente scomode per una classe intellettuale poco disposta a fiancheggiare battaglie di civiltà impegnative e niente affatto accomodanti. Nel XXI° secolo ci sono tutte le condizioni per una proficua riscoperta delle opere del Günther, una figura intellettuale che rappresenta una utilissima guida per lo studio dell’Antichità e delle origini etniche dell’Europa.

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Michele Fabbri ha scritto il libro di poesie Apocalisse 23 (Società Editrice Il Ponte Vecchio, 2003). Quella singolare raccolta di versi è stata ristampata più volte ed è stata tradotta in inglese, francese, spagnolo e portoghese. Dell’autore, tuttavia, si sono perse le tracce… www.michelefabbri.wordpress.com
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