Franz von Stuck. Pittore e principe degli artisti

Numerosi furono i romantici, i pre-raffaelliti e i simbolisti che trassero ispirazione dalla mitologia greco-romana ma rari furono quelli che, come Franz von Stuck, fecero della loro vita un’opera d’arte totale sotto il segno della gran salute della religiosità pagana.

Pan suona il flauto, 1920, Collezione privata Il 23 febbraio 1863 a Tettenweis nella Bassa Baviera da una famiglia cattolica di contadini e mugnai nacque Franz Stuck. Dall’età di sei anni si mette in evidenza nel suo villaggio come autore di caricature. Lascia la famiglia a 15 anni per iscriversi alla Scuola reale d’Arti decorative di Monaco. Questa esperienza formativa di quattro anni gli permetterà di formarsi delle solide basi per la sua futura opera di pittore, architetto, decoratore e scultore. Gli anni seguenti, mentre si guadagna da vivere come illustratore di libri ed autore di caricature per riviste, comincia a dipingere. Di natura gioviale e scherzosa, si unisce all’ambiente degli artisti di Monaco senza prendersi troppo sul serio. Nel 1889 espone al Palazzo del Ghiaccio di Monaco per la prima volta tre dei suoi dipinti ad olio: Innocenza, Il guardiano del Paradiso e il Combattimento tra fauni.

Le tele sono ritenute provocatrici per i loro temi, i loro colori chiari e la loro tecnica, ma Il guardiano del Paradiso ottiene una medaglia d’oro ed un premio di 60.000 marchi. Ritroviamo già nelle tre tele della giovinezza le tematiche predilette di von Stuck: la bellezza conturbante e sensuale della donna (Innocenza), la trattazione a volte irriverente e a volte eroica delle tematiche religiose (Il guardiano del Paradiso) ed infine la mitologia e le divinità antiche, quale il Dio Pan, rappresentate in un ambiente selvaggio e pagano ricorrente nella sua opera (Combattimento tra fauni). La sua prima tela ad olio non è altro che una rappresentazione della Caccia selvaggia, il Wilde Jagd wotanico che supera naturalismo e impressionismo per creare un nuovo stile, un simbolismo mistico di una grandezza primitiva.

Erede spirituale del pittore svizzero Arnold Böcklin, nei suoi famosi combattimenti tra centauri e nei suoi fauni maliziosi che godono di una natura risplendente, Stuck andrà più lontano, in una pittura pagana non priva d’ambiguità. Nel 1892 il movimento della Secessione di Monaco viene fondato, tra gli altri da Stuck che concepisce il manifesto con la divinità Atena con l’elmo. La Secessione raggruppa degli artisti che rifiutano i diktat dell’accademia, e riceve un riconoscimento ufficiale quando a von Stuck viene conferito, nel 1893, il titolo di professore. La gioventù si accalca all’esposizione della Secessione per vedere Il Peccato (Die Sunde), senza dubbio l’opera di Stuck che ha ottenuto il maggior successo e clamore. Glorificazione di un Eva avvinta ad un serpente, Il Peccato è un’interpretazione moderna e sviata di un tema giudeo-cristiano. Il nudo corpo femminile splende come un fanale nella cornice dorata che racchiude il dipinto. Questa è un’altra delle caratteristiche dello stile di von Stuck: scegliere delle cornici originali e spesso massicce che si integrano totalmente all’opera dipinta. La maggior parte di queste cornici sono scolpite con cura e si differenziano dalla massa dei prodotti industriali economici, interscambiabili e senza identità.

Amazzone ferita, 1904, Van Gogh Museum, Amsterdam Stuck continua a scioccare per i temi e il genere delle sue opere (Lucifero, Il Vizio, Sirene, La Guerra…), la polizia proibisce l’esposizione delle fotografie del Bacio della Sfinge. I suoi corsi di pittura sono seguiti specialmente da Kandinsky, Klee e Albers (futuro professore del Bauhaus). Nel 1897 si sposa con un’americana monachense d’adozione, Mary Lindpainter, ed ottiene una medaglia d’oro all’Esposizione d’arte internazionale di Monaco in cui espone tra le altre opere L’amazzone ferita. Questa tela, come molte altre di von Stuck, integra la fotografia nel processo di creazione: le modelle fotografate sono stilizzate e ed utilizzate in forma creativa, anche in numerosi ritratti commissionati ed autoritratti dell’artista e della sua famiglia. Senza pudore il pittore si serve anche di modelli fotografici per studiare successivamente i movimenti del corpo maschile.

Nel 1898, Stuck fa costruire secondo un suo progetto una casa-atelier a Monaco, la Villa Stuck, in uno stile imponente e neoclassico ispirato direttamente ad un quadro di Böcklin (Villa in riva al mare). Una delle sue più grandi sculture (Amazzone che lancia il giavellotto) troneggerà più tardi davanti alla villa. Tutte le decorazioni interne, compresi i mobili, i quadri e le sculture vengono concepiti da von Stuck. Egli si eleva al rango di “Principe degli artisti” di talento universale tra i migliori artisti europei. I mobili della sua villa ottengono una medaglia d’oro all’esposizione universale di Parigi del 1900. Il principe reggente Leopoldo di Baviera lo nomina cavaliere dell’Ordine al merito della corona bavarese nel 1905. Il titolo nobiliare coincide con l’apogeo della carriera di Franz von Stuck. L’inizio del XX secolo vede la sua aura decrescere, i movimenti del Blaue Reiter, Die Brücke e del Fauves (fr., belve) iniziano a suonare la campana a morte per i simbolisti considerati da questi giovani come dei ruderi ben sistemati. I tempi cambiano…

L’afflizione dei Nibelunghi,1920, Collezione privata Nel 1914 egli realizza una scultura in rapporto diretto con l’inizio della guerra (I nemici da tutti i lati). Il titolo di questa scultura guerriera è ripreso da uno slogan. Il combattente con la spada appare in numerosi manifesti di propaganda che invitano ai prestiti di guerra. Questa opera di von Stuck riapparirà più tardi in un suo dipinto con i tratti di un Ercole biondo che lotta contro l’Idra a molte teste. Nel 1919 viene tenuto qualche giorno in ostaggio da estremisti di sinistra. L’anno seguente dipinge L’angoscia dei Nibelunghi ispirato alla mitologia germanica, che evoca il pericolo per la Germania vinta dopo la guerra. Continua ad insegnare la pittura rifiutando le tendenze più moderne dell’arte che vede come già contenenti il germe della decadenza. Realizza dei dipinti raffiguranti fauni e ninfe dal provocatorio contenuto erotico, una rappresentazione tragico-eroica di Sisifo e un Pan che suona un flauto. Nella vecchiaia von Stuck s’identifica sempre più con Pan che diviene la sua divinità tutelare. Pan non segue che le sue pulsioni, è lascivo, diretto da Eros all’inseguimento delle belle ninfe, molto legato alla natura, facente parte del lato bestiale di Dioniso.

Prova la pittura d’influenza “impressionista” in due quadri (Bambini con la slitta e Caccia allo struzzo) che saranno acclamati dalla critica dell’epoca. Considerate oggi come anodine queste opere fanno sorridere e mostrano a che punto i gusti sono versatili in materia di moda. Ritornerà dopo questa parentesi al suo stile originario con la rappresentazione di Elena di Troia e delle tre divinità Atena, Era e Afrodite che concludono degnamente una carriera folgorante, prima di spegnersi un 30 agosto del 1928.

Léopold Kessler

Bibliografia selettiva:

Eva Mendgen, Von Stuck, Ed. Taschen, 1995.
Heinrich Voss, Franz Von Stuck. Werkkatalog der gemälde, Ed. Prestel, 1993.

Musei

Museum Villa Stuck
Prinzregentenstr. 60
D -81675 München
Tel.: 089 45 55 51 25
Fax: 089 45 55 51 24
E-mail: villastuck@muenchen.de
Orario di apertura da martedì a domenica dalla 10.00 alle 18.00.

Museum Geburtshaus Franz von Stuck
Kirchplatz 4
D – 94167 Tettenweis
Tel: 08534/1299
Fax: 0851/9293949
E-mail: info@woerlen.de
Orario di apertura dalle 14.00 alle 16.30 chiuso il lunedì e il martedì.

Opere di von Stuck al sito: http://www.artmagick.com/paintings/date/stuck.aspx

Articolo tratto dal n. 16 (hiver) 2003 di Réfléchir & Agir. Revue autonome de désintoxication idéologique. (c/o CREA, BP 227, F–31004 Toulouse Cedex 6, http://reflechiretagir.chez.tiscali.fr/.

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  1. Roberto Castellengo
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    Presentazione sintetica ed efficace dell’opera di Von Stuck, la cui creazione artistica costituisce mirabile esempio nei confronti della pochezza e vacuità estetica di quella che viene definita “arte moderna”.

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