Errori storico-geografici

cartografiaSolitamente, purtroppo, nel mese di Agosto capita di leggere le cose più strane anche nella pubblicistica più accreditata. Quest’anno mi ha particolarmente colpito lo “Speciale Agosto”, paginone centrale (pp. 32-33) dell’inserto culturale Domenica de Il Sole 24 Ore del 10 agosto 2008, Viaggiare nel tempo.

Cominciamo con una vera chicca sfuggita all’illustre Franco Cardini che tessendo le lodi di Sutri, per invogliarne la visita al turista colto, nell’articolo In vacanza nella Storia [mi raccomando la esse maiuscola], che dovrebbe dare il titolo anche a tutto lo “Speciale Agosto”, ci informa che detta cittadina “vanta una cinta muraria etrusca e medioevale, alcuni monumenti interessanti e una cucina degna del Lazio settentrionale: il Latium vetus, come si dovrebbe propriamente chiamare”. Qui il noto storico fa molta confusione perché notoriamente il Latium vetus è da tutt’altra parte. Ci ricorda, infatti, il “Lessico classico” che il Lazio “comprende, nel significato ristretto dei tempi antichi, soltanto un territorio piuttosto piccolo, che ha per confini al nord il Tevere, il fiumicello Numicio al sud, il mare ad ovest e i monti Albani all’est. Ben presto però (allorché la confederazione latina venne assoggettata alla supremazia romana) la sua periferia apparisce maggiore, ed il Latium antiquum o vetus si estese a mezzogiorno dal Tevere fino al promontorio Circeio e ad Anxur o Terracina”[1].  Possibile che il noto e affermato medievista scambi l’Etruria “meridionale”, che “tra l’altro e assai significativamente, si chiama fin dal Medioevo, Tuscia, o Tuscia Romana”[2], con il Latium vetus? Misteri estivi e/o gastronomici.

deus-invictusTra le altre amenità di questo Viaggiare nel tempo, anonime ma con molta probabilità da riferire al curatore R. Coaloa, ci tocca di leggere che il nome Italia “deriva dal vocabolo Italoi, termine con il quale i greci designavano i Vituli (o Viteli), una popolazione che abitava nella punta estrema della penisola, nei pressi dell’odierna Catanzaro, i quali adoravano il simulacro di un vitello [sic!] (vitulus, in latino). Il nome significa «abitanti della terra dei vitelli»”. Non nutrivo certo la speranza di legger sul quotidiano espressione della Confindustria che l’Italia fosse soprattutto Vitalia, la «terra della vita» ma nemmeno mi aspettavo di trovar trasformati gli Itali, i giovani guerrieri seguaci della teofania taurina di Marte, in adoratori di simulacri bovini. “Italia è la terra degli Itali: non erano buoi, ma uomini. Piuttosto erano figli del dio toro… erano “tori giovani”, parenti e discendenti del dio toro Marte”[3].

Dulcis in fundo, passando a cose più leggere si arriva a Pinocchio, il noto personaggio, creato dalla penna di Collodi. Pinocchio era fino al 1924 il nome di una località che, da allora, è diventata San Miniato Basso. Le poche righe che dovrebbero far si che si deduca che Pinocchio sia nato a Empoli sono in realtà un’estrema sintesi, poco chiara, di un articolo molto comprensibile e documentato reperibile in internet[4], naturalmente senza che ne sia stata indicata la fonte. Tra l’altro si parla di San Miniato (PI) e si conclude che Pinocchio sia nato a Empoli (FI) senza spiegarne il nesso e lasciando perplessi i lettori, anche quelli toscani. Collodi era lo pseudonimo che Carlo Lorenzini aveva scelto in onore della madre che lì vi era nata. La cosa più sconcertante è stata dover leggere che “molti conoscono Collodi, un antico centro della Versilia”. Collodi è una frazione del Comune di Pescia, che dal 1928 fa parte della Provincia di Pistoia, prima lo era di quella di Lucca. Naturalmente questo non può giustificarne l’inserimento nella Versilia che si trova da tutt’altra parte costituendo la fascia costiera della Provincia di Lucca, nota zona balneare il cui centro più importante e popoloso è Viareggio. Addirittura la cosiddetta “Versilia Storica” è composta solamente dai seguenti quattro comuni: Forte dei Marmi, Pietrasanta, Seravezza e Stazzema.

E’ proprio il caso di dire che la Storia è andata in vacanza… insieme alla Geografia.

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[Originariamente pubblicato in “Arthos”, a. XII, n.s., n° 17, 2009, pp. 82-83].


[1] F. Lübker, Lessico ragionato dell’antichità classica, s. v. Latium, [Roma, 1898] rist. anast. Bologna 1989.

[2] R. A. Staccioli, Gli Etruschi. Un popolo tra mito e realtà, V ed., Roma 2006, p. 52.

[3] F. Altheim, Italien und Rom, Amsterdam-Leipzig 1941, vol. I, p. 46 cit. da R. del Ponte, Dei e Miti Italici, III ed., Genova 1998, p. 157 n. 147.

[4] A. Vegni, Pinocchio è nato a Empoli (= http://www.rangers.it/empoli/pinocchioaempoli.htm).

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Nato a Prato nel 1953. Collabora alle seguenti riviste di studi storici e tradizionali: Arthos; La Cittadella; Vie della Tradizione; ha collaborato a Convivium ed a Mos Maiorum. Socio della Società Pratese di Storia Patria; dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri e del Centro Camuno di Studi Preistorici. E' stato tra i Fondatori del Gruppo Archeologico Carmignanese.

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