Eros sacro

L’Eros è la forza più grande che agisca in natura. Ma essa appare nell’uomo invertita e degradata a brama animale. Perde così la sua magia e diventa potere cieco che offusca la mente. Là dove la brama viene superata e l’Eros risorge come potenza originaria, lì l’uomo accede ad una corrente di forza e di luce incomparabili.
Nel regno vegetale, la forza primordiale dell’Eros agisce in forma pura, completamente libera da passioni. Si mediti sulla Luce Solare che a primavera penetra nel calice del Fiore per una azione fecondatrice assolutamente pura. Questa immagine coltivata con intensità dona una prima intuizione della forza dell’Eros liberata dalla brama animale.

 

AresL’Eros che genera i mondi appare nell’essere umano come forza procreatrice, tramite la quale la stirpe degli uomini si perpetua sulla terra.
Per mezzo dell’Eros il corpo supera la separazione dei sessi e unendosi al proprio completamento sfiora quella corrente di immortalità, di vita eterna che non conosce la morte. E dona al mondo un altro essere.
Il corpo fisico maschile è attratto dal suo completamento femminile. Così anche il corpo eterico di ogni uomo ricerca la polarità opposta.
Nel maschio, il corpo eterico è femminile. Nella donna il suo corpo eterico è maschile. Il corpo astrale invece è androgino, ha in sé entrambi i poli. Per questo, il corpo astrale può unirsi in comunione con un altro corpo astrale indipendentemente dal sesso. Attraverso questa unione spirituale e non carnale, il maestro si intende col discepolo, l’amico con l’amico, il condottiero con i suoi guerrieri.
L’accordo completo, l’amore assoluto si ha quando nella coppia i corpi fisici ed eterici sono perfettamente complementari; quando l’uomo è autenticamente maschio e la donna è pienamente femminile. E quando i corpi astrali si combinano tra di loro, generando l’unione dell’anima. Quella unione che resiste allo stesso disfacimento dei corpi.

 

Nel mistero dell’Eros, l’uomo prende contatto con il Fuoco che arde nelle profondità dell’organismo.
Questo fuoco nell’uomo comune si manifesta come brama: come desiderio animale.
Nell’uomo nobile esso è Forza di Volontà: calore dell’azione che abbatte ogni ostacolo (1).
Nell’incontro con la Donna, il fuoco divampa. È compito del discepolo della Sapienza trasformarlo in forza d’azione, azione illuminata dalla luce del pensiero.
Quando l’uomo e la donna si offrono l’un l’altro, il sacro fuoco della volontà divampa. Da questo fuoco riposto nelle profondità dell’essere umano nascono tutti gli eroismi, tutti i sacrifici, ogni poesia ed arte, e nasce anche la conoscenza, se è vero che si conosce solo ciò che si ama.
Nel momento in cui si attinge al Fuoco, si entra nella regione della Immortalità. Qui infatti la vita genera in sé stessa altra vita, e non conosce mai la morte. Si dice infatti che amore sia l’assenza di morte.

 

AfroditeNell’Eros umano si nasconde la forza primordiale che all’inizio del ciclo del tempo generò il cosmo: “L’amor che move il Sole e le altre stelle” di cui parla Dante. Nella volontà umana, questa forza creatrice si continua e si prolunga. Quando l’uomo agisce per costruire, quando lotta per difendere le forme della civiltà egli incarna la forza dell’Eros Kosmogonigos, dell’Amore Divino che edifica i mondi.
Il calore dell’unione dei sessi deve trasformarsi in calore della volontà creatrice nell’uomo: questo è il segreto della magia rossa. La brama sessuale sta alla forza della volontà come il carbone sta al diamante: sono due fasi di trasformazione della medesima sostanza. Come nella terra il carbonio lentamente si trasmuta in diamante, in pietra incorruttibile e luminosa, così la brama deve trasformarsi in forza di Luce e di Calore.

 

Le tre immagini meditative che preparano l’anima all’esperienza magica dell’Eros:

 

I. L’immagine del raggio dorato del Sole che penetra nel calice del fiore.

 

II. L’immagine della volontà umana che prolunga sulla terra la forza dell’Eros Creatore.

 

III. L’immagine dell’oscuro carbonio che nelle viscere della terra si trasforma in Diamante, pietra infrangibile e lucente.

 

NOTE

 

1) Per questo gli antichi cavalieri votavano le loro imprese alla Donna.

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9 Responses

  1. Daniele
    | Rispondi

    Ho un paio di domandine:

    1. Perchè questo nome? Tradizione solare? com è vista la notte dalla tradizione solare? Il giorno e la notte io li vedo come due opposti che vanno integrati…

    2 Ho letto tutto l'articolo ma non ho ben capito: la tradizione solare è contraria al giusto e sano rapporto di coppia tra uomo e donna?….e quindi anche sessuale?

    grazie, Daniele

  2. Scipione Borghese
    | Rispondi

    "Tradizione Solare" mi scusi se mi permetto di rispondere in sua vece alla seconda parte della domanda di Daniele, ovviamente gli chiedo gentilmente di verificare quanto vado scrivendo. Caro Daniele, la cosiddeta tradizione solare non è per nulla contraria al giusto rapporto, anche fisico, della coppia umana. Tuttavia essa, mi si passi l'espressione, ci "chiede"di andare alla radice dell'atto che andiamo compiendo, acquisendo consapevolezza delle forze attive nel sesso e di trasformarle. Mi spiego: l'atto fisico in sé non può essere definito puro o non puro, è neutro, perchè riguarda l'organismo eterico-fisico. La brama subentra quando ad esso inerisce il corpo astrale, che, avendo perso la sua luce originaria, la cerca nel fisico e nel sesso. Se noi riusciamo a svincolare l'astrale dal fisico, ovvero a ritrovare la luce originaria dell'Anima attraverso gli esercizi contenuti nel presente articolo e nella serie di articoli che vanno sotto il titolo di Tradizione Solare, quindi attraverso un serio lavoro interiore, ebbene il sesso può diventare vera e propria conoscenza spirituale della Volontà Cosmica che diventa volere creativo nell'uomo.

  3. Scipione Borghese
    | Rispondi

    Per quanto riguarda la prima parte della domanda. L'aggettivo "solare" non ha precipuamente un significato riferito alla cronologia astronomica, quindi opposto alla notte come periodo della giornata terrestre. In realtà la polarità sarebbe tra tradiz. Solare e trad. Lunare ed è un simbolo per indicare due diversi e polari approcci al sovrasensibile. Uno, quello solare, fa riferimento alla conoscenza "cardiaca", diretta, precerebrale, quella che gli indiani chiamano "bhavanà" centrata sull'Io, la chiara coscienza di veglia ed il suo potenziamento. Essa fu quella del Buddhismo(con tutte le obiezioni che si possono avanzare, ad esempio quella sulla dottrina dell'assenza di IO, "anatman"/"anatta"), del Vedanta ed in tempi più "recenti" del tantrismo(sia Shivaita monista che Shakta della "mano sinistra").Inoltre, per venire all'Occidente, costituì l'approccio del Neoplatonismo, dello Stoicismo e di un certo Ermetismo alchemico, solo per citarne alcuni. Oggi essa è rapresentata da quella corrente spirituale cui fanno riferimento questi articoli, la quale ha depurato la antiche forme da ogni riferimenti ad elementi etnici, storici o culturali(mantra, formule specifiche, figure del pantheon locale, rituali ad hoc, concezioni filosofiche o sapienziali ecc…) e le ha dato la forma cristallina e precisa che possiamo osservare. Essa si pone nello schietto spirito scientifico moderno, depurato, però, dallo scientismo e dal materialismo, quindi improntata allo sperimentalismo. L'approccio lunare, viceversa, si fonda sulla coscienza cerebrale(il cervello, anche nella lingua parlata, "riflette", cioè riceve, di "seconda mano" il pensiero intuitivo e cardiaco e lo trasforma in dialettica e pensiero discorsivo, quindi non più solare, allo stesso modo in cui la Luna riflette la luce solare). Ad essa fanno capo tutte quelle tradizioni che presuppongono un'abdicare del principio individuale cosciente a favore di un'estasi in un generico "mare mysticum", oppure quelle concezioni religiose che presuppongono una fede dogmatica o l'obbedienza ai dictat di una divinità trascendebte ed imperscrutabile, o anche quelle dottrine imperniate sulla spirito di gruppo o di "gregge", oppure sulla figura della guida alla maniera del guru orientale. Ebbene, tutto ciò è lunare. Senza, con ciò, in alcun modo, avere intenzione di esprimere un giudizio di valore, questa, per sommi capi, e nei limiti della mia conoscenza, la differenza tra le due vie. Ovviamente ci sono molti tipi di individui e non è detto che tutti abbiano la stessa "vocazione" ad una via o all'altra, quindi è bene che ci siano tutte e due ma l'indicazone pare chiara.

  4. Scipione Borghese
    | Rispondi

    Per quanto riguarda la prima parte della domanda. L'aggettivo "solare" non ha precipuamente un significato riferito alla cronologia astronomica, quindi opposto alla notte come periodo della giornata terrestre. In realtà la polarità sarebbe tra tradiz. Solare e trad. Lunare ed è un simbolo per indicare due diversi e polari approcci al sovrasensibile. Uno, quello solare, fa riferimento alla conoscenza "cardiaca", diretta, precerebrale, quella che gli indiani chiamano "bhavanà" centrata sull'Io e la chiara coscienza di veglia. Essa fu quella del Buddhismo, del Vedanta ed in tempi più "recenti" del tantrismo(sia Shivaita monista che Shakta della "mano sinistra").Inoltre, per venire all'Occidente, costituì l'approccio del Neoplatonismo, dello Stoicismo e di un certo Ermetismo alchemico. Oggi essa è rapresentata da quella corrente spirituale cui fanno riferimento questi articoli, la quale ha depurato la antiche forme da ogni riferimenti ad elementi etnici, storici o culturali(mantra, formule specifiche, figure del pantheon locale, rituali ad hoc, concezioni filosofiche o sapienziali ecc…) e le ha dato la forma cristallina e precisa che possiamo osservare, nello schietto spirito scientifico moderno, depurato però dello scientismo e del materialismo, quindi improntato allo sperimentalismo. L'approccio lunare, viceversa, si fonda sulla coscienza cerebrale(il cervello, anche nella lingua parlata, "riflette", cioè riceve, di "seconda mano" il pensiero intuitivo e cardiaco e lo trasforma in dialettica e pensiero discorsivo, quindi non più solare, allo stesso modo in cui la Luna riflette la luce solare). Ad essa fanno capo tutte quelle tradizioni che presuppongono un'abdicare del principio individuale cosciente a favore di un'estasi in un generico "mare mysticum", oppure quelle concezioni religiose che presuppongono una fede dogmatica o l'obbedienza cieca ai dictat di una divinità trascendebte ed imperscrutabile. Queste notazioni non hanno la benchè minima intenzione di esprimere un giudizio di valore, sono solo le differenze tra le due impostazioni, che, nei limiti della mia conoscenza, e compatibilmente allo spazio a disposizione, si sono potute sottolineare . Vi sono molte tipologie di individui ed è bene vi siano ambedue la strade ma l'indicazione mi pare chiara.

  5. Michele Addante
    | Rispondi

    Mi permetto di integrare le precisazioni fornite dal Sig. Scipione Borghese, orientate precipuamente a lumeggiare il senso dell'aggettivo "solare", con alcune considerazioni che attengono, invece, al senso ed al significato del termine "Tradizione".

    Sovente è dato di constatare, in particolare in tempi come quelli attuali in cui prevale la tendenza a superficiali e sommarie schematizzazioni, di abbinare il termine "tradizione" a quanto inerisce a consuetudini, usi e costumanze ereditate dal passato e che si perpetuano nel tempo quasi per una sorta di "abitudine", per forza d'inerzia, per tenace attaccamento a quanto va perdendo d'attualità, per "conservatorismo". Ebbene a tutto questo sarebbe più appropriato attribuire non la definizione di "Tradizione", bensì di "tradizionalismo" che, dell'autentica "Tradizione", intesa nella sua più corretta accezione, rappresenta lo stadio terminale di un processo di degenerescenza. La "Tradizione" è la sacra fonte originaria, trascendente ed eterna dalla quale sgorga la sostanza che partorisce, feconda, nutre e sostiene la Saggezza, la Scienza e la Civiltà umana intese in senso eminente. A tal proposito, l'iniziale maiuscola non è accidentale, ma viene apposta per sottolineare il carattere divino e sovrumano della sublime Realtà racchiusa nel vocabolo "Tradizione". Ciò che è eterno non patisce l'ingiuria del tempo e non si corrompe mai. Ecco perchè tutto ciò che va incontro alla sclerosi ed alla fossilizzazione, ciò che suscita l'impressione di essere "superato", "decadente" ed inattuale, nella religione, nell'arte, nella politica e nella scienza non può essere definito "tradizionale": ciò che è eterno è anche perennemente attuale. Dell'Albero della Vita, la "Tradizione" è la linfa vitale, incessantemente fresca, fluida, mobile e vivificante; mentre la dura e morta scorza è assimilabile alle forme espressive esteriori e condizionate dal luogo geografico, dall'epoca e dal substrato etnico-razziale in cui una propaggine della "Tradizione" s'incarna. Confondere queste ultime con la scaturigine dalle quali originano, come diffusamente oggi accade, è come scambiare vicoli ciechi per strade maestre. La "Tradizione" è il grande fiume, mentre le singole "tradizioni", suoi particolari adattamenti al luogo, al tempo ed alla sostanza umana, sono gli affluenti che da essa si dipartono e da cui traggono alimento. Quando un "ciclo tradizionale" decade e si estingue, la "Tradizione" si perpetua in una sua inedita e rinnovata manifestazione: la Sapienza dei Santi Rishi indiani e dei Veda non andò perduta, ma si tradusse nella "Scienza dei Magi" di Zarathustra. E quando disparve dall'antica Persia, quest'ultima rifiorì nella Saggezza dei "Figli di Ermete" e nella Civiltà delle Piramidi. E quando la Luce di Osiride si spense nei Tolomei, si riaccese più vivida e profonda nei Misteri di Apollo e di Dioniso, per perpetuarsi nell'aurea, imperiale Pax Augusta e, più tardi ancora, nel Sacro Romano Impero e nell'Europa medievale cortese e cavalleresca . Ancora oggi la fiamma della "Tradizione" risplende gloriosa ed inestinguibile là dove i sensi umani non possono penetrare. Ma è giunto il tempo di crearsi sensi interiori nuovi per ridestarsi alla sua Luce: la "Tradizione Solare" esige tornare a fluire nelle anime, animata e fecondata dall'insegnamento del "Maestro dei Nuovi Tempi". E' un imperativo urgente ed improcrastinabile. Forse l'unico imperativo che s'impone all'attuale ciclo di civiltà. E, forse, è anche l'aspettativa del Mondo Superiore.

  6. Scipione Borghese
    | Rispondi

    Mi fa piacere che il Sig. Addante conosca il "maestro dei nuovi tempi" e l'insegnamento che a lui fa capo. Si, parafrasando un'espressione di Massimo Scaligero ne "L'uomo interiore": vi è un mondo spirituale che attende, sta all'uomo fare il primo passo.

  7. Claudio Parenti
    | Rispondi

    Interessante articolo.

    Vorrei sapere come si rapporta la dottrina dell'Eros sacro, secondo la Scienza dello Spirito indicata dai grandi iniziati Steiner, Colazza e Scaligero, con quella di altre vie iniziatiche della Tradizione, sempre facenti capo ad una visione o un uso magico della sessualità.

    Sto cercando in rete possibili chiarimenti, ma le fonti bibligrafiche sull'eros sacro sono moltissime, invece non ho trovato molte pubblicazioni che comparino la visione antroposofica con quella di altre correnti antiche o moderne.

    Sapreste suggerire qualche indicazione?

  8. Raffaele Giordano
    | Rispondi

    SONO SEMPRE NELLA TERSA "DEVOZIONE" ……..CANCELLAZIONI SI E NO !

    R.G. PERCHE' MEus-eNS CANTUSFIRMUS !!!!!

  9. sinwan85
    | Rispondi

    L'Augolide E^ UN-UNO !!!!! Sinwan Lanwan

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