Due di briscola

Se John Fante potesse leggere Due di Briscola (Ed. della Meridiana, 2010 / Curiosando Editore, 2011) credo rivedrebbe in Nichi Moretti la sua amata creatura, l’indimenticabile Arturo Bandini.

Sì, perché nel romanzo di Franco Legni (avvocato pratese alla prima esperienza in ambito letterario), rivivono personaggi che richiamano Fante, Bukowski, Salinger.
Seppure non “coetaneo” de Il Giovane Holden, Nichi Moretti, un avvocato dalla vita dissoluta, alla pari di Holden Caulfield conquista il lettore proprio per i suoi piccoli, innumerevoli difetti. Difetti che, al di là del contesto più o meno comico nel quale possano palesarsi, sono umanissimi, appartengono alla quotidianità, al nostro essere o a quello delle persone che ci circondano.

Personaggi del nostro mondo, nei quali riconoscersi, come il Jack Frusciante, nato dalla penna di un esordiente Enrico Brizzi o il ragazzaccio di Latina, Accio Benassi, il fasciocomunista vivace e un po’ casinista di Antonio Pennacchi.

Nichi, Accio, Bandini sono degli irrequieti desiderosi di staccarsi da quella realtà di provincia, tediosa e sempre uguale, nella quale sono costretti a vivere. Poco importa che ci si trovi in America, a Latina o Prato. La volontà di rompere, di evadere, di vivere e vedere oltre trascina i tre a muoversi, a fuggire in modo disordinato, confuso e con poche idee ma tanta volontà di non mollare e continuare a credere. Il viaggio diventa avventura ed esperienza formativa, con i suoi lati talvolta drammatici, altri ironici e, nel caso di Nichi, sovente grotteschi.

Nichi è circondato da una pletora di soggetti poco raccomandabili o comunque emarginati nella vita quotidiana: una ballerina nana, un magnaccia, un barbiere extracomunitario, una prostituta, un trafficante, alcuni spacciatori. Gente da due di briscola appunto.

Professionista affermato, l’avvocato Moretti trascorre giornate stantie dominate dalla passione (morbosa) per la pornografia e dall’abuso di droghe. Finisce in carcere ma presto fugge. Lo ritroviamo passeggiare per il Barrio Chino di Barcellona, o come avventore dei bordelli praghesi; alla già variegata compagnia si aggiungeranno presto nuovi incontri, dalle hostess ai ‘palazzinari’ fino a giungere ad improbabili chiromanti dal marcato accento labronico. L’autore del romanzo ha vissuto in Spagna e in Repubblica Ceca, scegliendo non a caso Praga e Barcellona come locations proprio per il cosmopolitismo (a tratti caotico) che caratterizza due rinomate ‘capitali’ del divertimento tout court.

Un romanzo leggero e dal lessico scorrevole, grottesco, paradossale, partorito dalla penna di un giovane avvocato deciso a cimentarsi in un campo effettivamente distante dalla propria professione. Un lavoro durato due anni durante i quali Franco Legni ha potuto contare sull’appoggio di colleghi avvocati che hanno partecipato alla stesura della storia e alla caratterizzazione dei personaggi.

Due di briscola piacerà a quei trentenni, coetanei del protagonista, ancora indecisi tra il mettere su famiglia (e la testa a posto), o continuare a girovagare per il mondo, in un ‘disperato’ tentativo di restare aggrappati a piaceri, sensazioni e avventure che, col passare degli anni, lasciano inevitabilmente il posto a doveri e responsabilità. Non piacerà ai lettori ‘impegnati’, coloro i quali sono convinti che un romanzo debba per forza avere un fine sociale e che probabilmente storceranno il naso di fronte alle amicizie e alle situazioni molto border line di Nichi.

Curiosità. La copertina di Due di Briscola è firmata da Emanuele Becheri, artista di fama internazionale, originario di Vaiano.

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