Tutto il divino che c’è in rete: dai filtri d’amore a Giove Ottimo Massimo

Il portale www.spiritualsearch.it è un vero e proprio Pantheon telematico: tutte le tendenze spirituali antiche o recenti vi sono equamente rappresentate. Quando la mano elettronica guidata dal mouse scorre sulle voci Buddhismo, Taoismo, Yoga, Cristianesimo nel giro di pochi secondi si aprono le schermate dei siti che ripropongono i valori di tradizioni millenarie. Quello tra informatica e spiritualità è diventato un legame forte, che gli studiosi di storia delle religioni solo recentemente stanno cominciando a indagare. Ad esempio il volume enciclopedico Le religioni in Italia (recentemente edito da Elledici a cura di Massimo Introvigne e Pierluigi Zoccatelli) pubblica una puntuale ricostruzione di tutti i “templi web” di chiese, sette, guru. L’apostolato religioso ormai segue le stesse strade innovative della informazione, virando rapidamente in direzione del nuovo mercato di utenti telematici.

Massimo Introvigne, Pierluigi Zoccatelli, Le religioni in Italia Su internet ciò che vi è di più antico (l’impulso religioso nelle sue diverse manifestazioni) si tinge di colori elettronici e l’eternità di comandamenti scolpiti su pietra scende allegramente a compromesso con la velocità della comunicazione on-line. Il web funziona come un tam-tam. Esemplare per questa capacità di diffusione di miti la vicenda di un giovane asceta meditante, discepolo della tradizione buddista tibetana. Alla fine del 2005 di sito in sito rimbalzò la notizia che un ragazzo nepalese di 16 anni, Ram Bahapur Bomjon, assorto in meditazione profonda stava ripetendo le gesta del primo Buddha: Siddharta. Il giovane Ram non beveva, non mangiava, rimaneva immobile nella sua posizione di asceta; soltanto i lunghi riccioli bruni gli scendevano impercettibilmente dietro la nuca. Informato da internet, un numero imprevisto di devoti, di curiosi, di scettici si riversava sulle montagne del Nepal. Quando gli altri media si accorgevano del “fenomeno”, già da settimane circolavano in internet immagini e filmati del piccolo Buddha.

Anche sul versante cattolico il ricorso alle nuove tecnologie della comunicazione sembra voler compensare il declino della presenza nelle chiese e della pratica religiosa. Basta inserire la voce “apparizioni mariane” in un motore di ricerca e in pochi istanti “appariranno” siti corredati di cartine, mappe, immagini che attestano la manifestazione della Madre di Dio nei cinque continenti.

Internet stimola l’individualismo e nello stesso tempo il desiderio di aggregazione: vi è chi raccoglie da Google i testi dell’ermetismo e i vangeli gnostici per confezionarsi una religione su misura in chiaro stile sincretistico, ma vi è anche chi cerca il consiglio di un esperto o comunque un contatto umano. I forum sono i luoghi dove il simile cerca il simile: frequentatissimo in Italia il portale www.politicaonline.net che allinea i forum di diverse (e spesso incompatibili) tendenze spirituali. Cattolici, ortodossi, tradizionalisti hanno lì le loro arene di discussione, così come i cultori di “paganesimo e politeismo”. In questi forum scorrono fiumi di parole trascinando con sé polemiche, invettive, spunti di approfondimento, notizie più o meno fondate. Tutto viene scritto all’ombra di nick name, ovvero di “nomi d’arte” scelti con provocatoria fantasia. E così il seguace di monsignor Lefevbre (oppure il lettore di Vittorio Messori) si firma “Bellarmino”, come il celebre cardinale che inquisì Galileo. Ma non mancano sedicenti fate, apprendisti stregoni, cavalieri del graal ed elfi biondi…

Giorgio De Santillana, Hertha von Dechend, Il mulino di Amleto. Saggio sul mito e sulla struttura del tempo. Edizione riveduta e ampliata Direbbe un buddista che internet è l’incarnazione elettronica della maja: ovvero della illusione cosmica. Sette, congreghe, piccole “chiese” inesistenti nella realtà aprono sul web siti sfavillanti che per un attimo affascinano con il loro carnet di testi ed immagini. L’avvento della comunicazione on-line consente anche a chi non dispone di grandi mezzi economici di trasmettere la propria voce profetica.

D’altra parte è evidente come i navigatori della realtà virtuale cerchino con ansia un “ritorno alla realtà”: per questo su internet è tutto un ripetersi di appelli ad incontrarsi nel mondo reale per “proseguire il cammino di ricerca spirituale”. Da qualche anno, ogni 21 settembre si incontrano a Roma i cultori del rito dell’Equinozio. Persone che sino ad allora si erano parlate solo per e-mail si incontrano per la prima volta dal vivo. Magari con una punta di delusione.

Certo, si possono considerare eccentrici questi stregoni post-moderni che compiono riti a distanza e impartiscono benedizioni sul filo della connessione ADSL, tuttavia è innegabile che internet abbia compiuto una rivoluzione nel dialogo interpersonale e lo storico delle religioni sa bene come le rivoluzioni nel campo delle comunicazioni siano state spesso seguite da riforme religiose di vasta portata. Il diffondersi della scrittura nei tempi antichi favorì l’affermazione delle “religioni del libro”. La stampa a caratteri mobili di Gutemberg fu l’arma usata da Lutero per strappare mezza Europa al Papato. Oggi si assiste a un risveglio religioso mondiale e nel contempo al sorgere di una forma di comunicazione che utilizza uno degli strumenti religiosi per eccellenza: l’icona. Ovvero l’immagine carica di fascino evocativo. Per questo, gli Dei del Duemila danzano nell’etere di internet.

Sul web le correnti religiose, specie quelle più politicizzate, si contendono le anime e talvolta anche i corpi. Non è solo Al-Jaazera a dar voce alle istanze dell’islamismo radicale, nel porto franco di internet un flusso di file in continuo aumento impartisce lezioni di “strategia”, trasmette informazioni sul “nemico” e istruzioni su come si fabbricano bombe in case. Nei siti della jihad si predica la guerra santa e si arruolano martiri: attraverso il ricorso massiccio allo strumento di internet l’Islam mostra oggi di essere una religione “archeo-futurista” (per usare un concetto affermato da Guillaime Faye), ovvero una forma culturale che riesce a coniugare valori arcaici e tecnologia ultramoderna: il martirio di sangue e il sito web, la poligamia e il telefono satellitare. Da qui evidentemente la sua forza di diffusione.

Francesco Faraoni, Il neopaganesimo. Il risveglio degli dei Ma non sono solo gli islamisti radicali a navigare in rete: ad altre latitudini di internet, i fondamentalisti protestanti diffondono la loro dottrina sul “rapimento in cielo” degli eletti e circostanziate profezie sulle guerre imminenti, fondate sull’immancabile versetto dell’Apocalissi.

E tuttavia almeno in questi casi internet offre un salutare antidoto: basta cambiare pagina, magari seguendo il filo di un link, di un collegamento e dal sito degli aspiranti martiri si passa a quello dei più innocui “Sufi”: i mistici islamici, ebbri di vino e di Allah. Il dio di internet in un soffio cambia il suo volto. Come un Mercurio beffardo e un poco bugiardo.

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Tratto da L’Indipendente del 18 dicembre 2006.

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