L’ultimo simbolo è un addio

Alfredo Cattabiani è nato a Torino il 26 maggio 1937 da Leonildo Cattabiani, musicista, e Anna Maria Borletto, maestra sarta. Ha studiato dalla prima elementare alla terza liceo all’Istituto Sociale dei Padri Gesuiti. Si è laureato con Luigi Firpo alla facoltà di Scienze politiche con una tesi su “Il pensiero politico del conte Joseph de Maistre”.

 

Determinante per la sua formazione spirituale e politica è stato l’incontro con scrittori come Mircea Eliade, Augusto del Noce, Simone Weil, René Guénon, Joseph de Maistre e successivamente con i classici della tradizione sapienziale. Ma non meno determinante è l’aver sperimentato nella città di Gramsci, di Gobetti, di Bobbio e dell’Einaudi le contraddizioni e il carattere totalitario della cultura marxista-leninista e l’intolleranza di quelle neoilluminista e neopositivista, tutte accomunate da una visione parziale ovvero riduttiva della realtà. Ha avuto anche il privilegio di constatare, in quel laboratorio d’avanguardia che era la Torino degli anni Cinquanta e Sessanta, i guasti prodotti da un progetto di sviluppo che si è rivelato fallimentare da un punto di vista morale e civile con la sua sottesa filosofia strumentalistica, che criticava in quegli anni il filosofo torinese Augusto del Noce.

 

Nel 1962 ha fondato a Torino, insieme con altri amici che gravitavano intorno ad Augusto del Noce, le Edizioni dell’Albero per opporsi al monopolio della cultura allora dominante. Contemporaneamente collaborava a quotidiani e riviste letterarie e pubblicava con un ampio saggio introduttivo un’antologia degli scritti politici di Bernanos.

 

Nel 1966 assume la direzione editoriale della casa editrice Borla di Torino dove resterà fino al 1969 creando nuove collane fra cui “Documenti di cultura moderna”, a cura di Augusto del Noce ed Elémire Zolla, dove pubblicherà autori allora “dimenticati” o censurati dalla editoria, come Hans Sedlmayr, Abraham Joshua Heschel, Simone Weil, Mircea Eliade o Chogyam Trungpa, ma destinati a diventare celebri dopo la caduta dei muri ideologici.

 

Nel 1969 si trasferisce a Milano dove Edilio Rusconi gli affida la direzione editoriale della neonata Rusconi Libri che in breve tempo s’impone sul mercato con opere letterarie di qualità, come ad esempio Il Signore degli anelli di J.R.R. Tolkien, Difesa della luna di Guido Ceronetti, che segna l’esordio dello scrittore, Il flauto e il tappeto di Cristina Campo, poi ripubblicato con grande successo da Adelphi negli anni Ottanta col titolo Gli imperdonabili, e Il quinto evangelio di Mario Pomilio.

 

Ma è soprattutto nelle collane saggistiche che la Rusconi, sotto la direzione di Cattabiani, svolge la preziosa funzione di proporre la cultura di ispirazione metafisica e sapienziale con autori come il teologo Urs von Balthasar, il filosofo Augusto del Noce, di cui pubblica Il suicidio della rivoluzione e Il cattolico comunista, gli storici delle religioni Mircea Eliade, Seyyed Hossein Nasr, Ananda K. Coomaraswamy, René Guénon, l’etno-musicologo Marius Schneider, lo storico dell’arte Hans Sedlmayr, il biologo Giuseppe Sermonti, Simone Weil, Abraham J. Heschel, Seyyed Hossein Nasr, Titus Burckhardt, Fausto Gianfranceschi. A sua volta Giuseppe Prezzolini inizia l’ultima sua intensa attività come scrittore pubblicando vari libri presso la Rusconi, dal Manifesto dei conservatori alla ormai celeberrima antologia della “Voce”. Vengono anche riproposti classici del pensiero tradizionale, da Joseph de Maistre a Pavel Florenskji a Donoso Cortes, che gran parte della stampa di allora ignora, mentre da quella controllata dalla sinistra si denuncia il tentativo di diffondere in Italia tesi difformi da quelle dominanti e si crea “un cordone sanitario intorno alla casa editrice”.

 

Nonostante polemiche e minacce – era l’epoca delle Brigate Rosse – Cattabiani imposta anche una fortunata collana musicale diretta da Piero Buscaroli e Paolo Isotta e un’altra di classici di filosofia, diretta da Vittorio Mathieu, Giovanni Reale, Giovanni Santinello e Adriano Bausola, che continua ancora oggi presso la Bompiani col nuovo titolo di “Il pensiero occidentale” e ha pubblicato con un clamoroso successo commerciale i classici da Platone a Plotino, da Filone d’Alessandria a Dionigi Areopagita a Maestro Eckart.

 

Contemporaneamente traduce opere di Simone Weil, Jules Barbey d’Aurevilly, Pierre Drieu La Rochelle; e collabora alle pagine culturali di vari giornali.

 

Nel 1979, dopo una pluriennale persecuzione della sinistra nei confronti della sua politica culturale, giudicata una pericolosa minaccia al monopolio delle culture marxista-leninista e neoilluminista, è costretto ad abbandonare l’editoria e a cambiare professione per sopravvivere: si trasferisce a Roma, dove diventa giornalista professionista dirigendo fino all’autunno del 1981 le pagine culturali e degli spettacoli del “Settimanale” e collaborando contemporaneamente alle terza pagina de “Il Tempo”, curata da Fausto Gianfranceschi.

 

Con la chiusura del “Settimanale” lascia il giornalismo attivo, limitandosi soltanto a collaborazioni a quotidiani e settimanali a causa della sua indipendenza da qualunque partito: imperdonabile colpa nel regime di lottizzazione istituzionalizzata di quel periodo, ma anche del nostro.

 

Comincia allora a ideare e condurre con le varie reti radiofoniche della Rai programmi di successo e nello stesso tempo a scrivere vari libri sugli argomenti di cui è studioso: storia delle religioni, tradizioni popolari e simbolismo. Felix culpa, si potrebbe commentare, di chi lo ha costretto a rinunciare alle sue funzioni di organizzatore culturale permettendogli di dedicarsi alla scrittura e di offrire il suo patrimonio di conoscenze accumulato negli anni. Esordisce con una raccolta di racconti, Bestiario, dove sono protagonisti animali reali, che sono simboli e incarnazioni di energie cosmiche, e con un dialogo filosofico e teologico su alcune piante, Erbario, ambientato sull’isola Bisentina del lago di Bolsena.

 

Sul simbolismo pubblica: Bestiario di Roma, sugli animali dipinti e scolpiti nella capitale, scritto con Marina Cepeda Fuentes, Simboli, miti e misteri di Roma, Florario, dedicato al mondo delle piante e dei fiori, Planetario, dedicato alle stelle e ai pianeti, Volario sugli esseri alati, dagli uccelli agli insetti alle creature fantastiche, Acquario, sugli esseri delle acque: gli ultimi quattro sono i primi di una serie in preparazione, dedicata ai miti, simboli, leggende e tradizioni ispirate dai mondi vegetale, animale, minerale e astrale, che formerà, completata, una Storia dell’immaginario.

 

Alle tradizioni italiane ha dedicato una trilogia: Calendario, un viaggio nel calendario per spiegare l’origine, il significato e il simbolismo delle sue feste liturgiche e profane, delle tradizioni, delle usanze; Santi d’Italia e Lunario, un viaggio tra le varie feste e tradizioni dell’Italia, che è un contributo prezioso alla memoria e conservazione della nostra cultura popolare e tradizionale. Nel 2001 pubblica una scelta dei suoi racconti-dialoghi sugli animali che ha scritto fra il 1983 e il 2001: libro che riceve il premio Basilicata per la narrativa di quell’anno.

 

Lo ispira la convinzione che nulla è più “nuovo” di ciò che è permanente, a patto di riproporlo in un linguaggio che sappia rispondere agli interrogativi del proprio tempo; e che è possibile filosofare riflettendo anche sulla più umile pianta.

 

Nel 1991 si trasferì in una casa medievale del quartiere di San Pellegrino di Viterbo. Dopo dieci anni, nel 2001, ha scelto come nuova residenza una cittadina sul litorale laziale, Santa Marinella. Vive con la moglie Marina Cepeda Fuentes, di origine spagnola, anche lei nota come conduttrice radiofonica e studiosa di tradizioni popolari.

 

BIBLIOGRAFIA

 

Bestiario (Editoriale Nuova 1984; De Agostini 1990), un “viaggio” narrativo e simbolico fra gli animali incontrati nella sua vita. Questo libro, interamente riscritto e con l’aggiunta di cinque nuovi capitoli, è stato ripubblicato nel 1995 da Rusconi col nuovo titolo Bestiario segreto, per sottolinearne l’accentuazione degli elementi biografici.
Erbario (Rusconi 1985), un dialogo filsoofico di sispirazione neoplatonica su alcune piante simboliche, ambientato nell’isola Bisentina, sul lago di Bolsena.
Bestiario di Roma con Marina Cepeda Fuentes (Newton Compton 1986, premio Tevere 1986), un saggio illustrato sul simbolismo degli animali scolpiti e dipinti in piazze, chiese, palazzi e vie della capitale.
Calendario (Rusconi 1988), una interpretazione tradizionale delle feste, dei miti, delle leggende e dei riti dell’anno.
Simboli, miti e misteri di Roma (Newton Compton 1990), un itinerario sapienziale dalle origini della città fino ai nostri giorni.
Santi d’Italia (Rizzoli 1993, premio Estense 1993): vite e miracoli dei santi della nostra patria insieme con le tradizioni e usanze che hanno ispirato; nuova edizione riveduta e ampliata (con 6O nuove vite) nella collana economica Bur, 1999.
Lunario (Mondadori 1994; nuova edizione riveduta e ampliata negli Oscar Mondadori 2002), un viaggio fra le feste, le usanze, i riti delle province italiane sul filo del calendario. Illustrato con acqueforti di Sigfrido Bartolini.
Florario (Mondadori, 1996; Oscar Mondadori 1998; premio Scanno 1997), miti, simboli, leggende, usanze, feste, poesie, opere d’arte e proverbi ispirati dal mondo vegetale.
Planetario (Mondadori 1998; Oscar Mondadori 2001; premio Repubblica di San Marino 1999), miti, simboli e misteri di stelle, costellazioni e pianeti.
Breve storia dei giubilei. 1300-2000, (Bompiani 1999).
Volario (Mondadori 2000; Oscar Mondadori 2001), simboli miti e misteri degli esseri alati: uccelli, insetti, creature fantastiche.
Zoario (Mondadori 2001, Premio Basilicata per la narrativa 2001), storie di gatti, aironi, cicale e altri animali. Illustrato con acqueforti di Sigfrido Bartolini.
Acquario ( Mondadori 2002), simboli, miti, credenze e curiosità sugli esseri delle acque: dalle conchiglie alle sirene, dal delfino ai coccodrilli, dagli dei agli animali fantastici.

 

Ha curato un’antologia di scritti politici di Georges Bernanos (Bernanos, Volpe 1964), traducendola e scrivendo anche un saggio introduttivo; Le serate di San Pietroburgo (Rusconi 1972) con un suo saggio introduttivo; un’antologia del pensiero di Joseph de Maistre, Breviario della tradizione (Edizioni Il Cerchio, previsto per il 2000) con un saggio introduttivo.

 

Ha tradotto di Pierre Drieu La Rochelle Racconto segreto (Longanesi, 1965) con un saggio introduttivo di Carlo Bo; Piccoli borghesi (Longanesi 1969), Che strano viaggio (Rusconi, 1971) con un suo saggio introduttivo; di Jules Barbey d’Aurévilly Le diaboliche (Rusconi 1977) insieme con Anna Rosso, con un suo saggio introduttivo; di Simone Weil L’amore di Dio (Borla 1979) insieme con Giulia Bissaca, con un saggio introduttivo di Augusto del Noce; Arte della prudenza di Baltasar Gracièn (ancora inedito), con un suo saggio introduttivo.

 

Centinaia di articoli sono sparsi in vari quotidiani e periodici fra cui “Il Tempo” (dal 1963), “Il Nostro Tempo” (dal 1966 al 1970 e poi dal 1998), “L’Osservatore Romano” (dal 1966 al 1970); “Il Settimanale” (dal 1974 al 1981), “Il Sabato” (dal 1988 al 1991); “L’Italia settimanale” (dal 1993 al 1995), “Lo Stato” (dal 1997 al 1998), “Il Giornale” (dal 1994), “Avvenire” (dal 1999), “Il Sole24Ore” (dal 2002).

 

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Tratto da Il Giornale del 19.V.2003.

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